di
Meg Rosoff
Editore: Fanucci
Collana Teens
Pubblicazione: 1 febbraio 2012
256 pag.
Prezzo: 9,90 euro
Un romanzo esilarante, dissacrante, a tratti geniale.
Presupposto della narrazione è che Dio, in realtà, sia un adolescente pigro e fannullone, allegramente disinteressato alle questioni che riguardano la Terra e invece completamente concentrato su una ragazza, umana, della quale si innamora e che cerca di conquistare in ogni modo.
CONTENUTO:
Bob ha diciannove anni, è pigro, arrogante e capriccioso, e quando non si tratta di sesso la sua capacità di concentrarsi tende al nulla.
Bob è Dio e vive in un appartamento con il signor B, il suo segretario personale, depresso ed efficiente.
Bob ha una madre alcolizzata e giocatrice d’azzardo che durante una partita di poker perde Eck, lo strano animale da compagnia della giovane divinità, che viene condannato all’estinzione a causa della paventata prelibatezza delle sue carni.
Poi Bob incontra Lucy, una ragazza meravigliosa che fa la guardiana allo zoo, e tutto cambia. Scende sulla Terra per farle la corte e inizialmente lei è entusiasta di ricevere le attenzioni di un tipo davvero affascinante, che sembra poterle offrire tutto ciò di cui ha bisogno, finché non si stufa delle sue improvvise sparizioni... Tanto più che un dio innamorato è un dio che non svolge bene il proprio lavoro, e il mondo ne paga le conseguenze con terribili carestie e inondazioni.
Estratto dal testo:
Io sono Dio, pensò Bob. L’onnipotente Dio, che tutto può. E che schianto di mondo fantastico ho creato, inclusa questa meravigliosa ragazza. Che splendido regno di piacere. Che bel diluvio. Che sole perfetto. Che favoloso genio che sono.
Si stese accanto a Lucy, le infilò un braccio sotto la testa e strofinò la guancia contro quella di lei. Dopo settimane trascorse a ripararsi dal vento e dalla pioggia, il sole caldo sulla carne calda sulla lana calda era come una benedizione.
Forse era il vino, forse era la dolce ebbrezza dell’amore, ma il piano che Bob aveva appena architettato per Lucy si tramutò in un’ondata di ottimismo. «Lucy, Lucy, tesoro mio.» La voce di Bob si spezzò, come se il semplice parlare fosse uno sforzo enorme. «Tu sei la donna più meravigliosa del mondo intero.»
«Non è vero» sussurrò lei di rimando. «Hai solo perso il lume della ragione, ecco tutto.»
Lui annuì. «L’ho perso, sì.»
L'AUTRICE:
MEG ROSOFF è nata a Boston nel 1956. Ha studiato a Harvard e a Londra, dove vive dal 1989. Ha lavorato in molte agenzie pubblicitarie, e ha iniziato a scrivere romanzi dopo che sua sorella minore morì per un cancro al seno. How I live now, il suo primo successo, ha vinto il The Guardian Children’s Fiction Prize e il Micheal L. Printz Award. Nel 2010 Fanucci editore ha pubblicato Justin, vincitore nel 2007 del prestigioso Carnegie Medal.
COMMENTI:
“Questo nuovo romanzo di Meg Rosoff è, per mancanza di termini migliori, brillante.
È scritto stupendamente, in uno stile quasi fiabesco.
È surreale, allegro e buffo in un modo che ricorda lo stile di Douglas Adams,
ma anche accattivante, profondo e incoraggiante in modi inaspettati.”
- Dal blog The book smugglers -
“La scrittura di Rosoff è bella in modo luminoso.”
- Financial Times -
“Una selvaggia, saggia, sorprendente spiegazione della vita, dell’universo
e di tutto il resto. Dato il glorioso, eccentrico, spettacolare fallimento che è
il pianeta Terra, il Creatore poteva solo essere uno svogliato adolescente con una
soglia di attenzione minima e un esuberante organo sessuale. Io non so perché
nessuno lo ha mai pensato prima. Ha molto più senso della fisica delle particelle.
E, al contrario della Teoria del Big Bang, è divertente.”
- Mal Peet -
“Rosoff è una scrittrice coraggiosa e intransigente, con un eccellente
curriculum di storie nervose, scomode ma memorabili.
Quest’ultimo sforzo rientra senz’altro nella categoria.”
- The Independent -
“Non esiste un altro romanzo per young adult come Se fossi dio,
ma questa sua unicità mi rende difficile fare paralleli. Mi ricorda
La finestra sull’East River di Muriel Spark, sebbene Rosoff sia
una scrittrice più calorosa e indulgente. C’è qualcosa della giocosità
intellettuale di Kurt Vonnegut, mentre le scene tra le divinità sono pura
Evelyn Waugh. Ma alla fine, questo è un romanzo difficile
da identificare e catalogare. Bisogna semplicemente crogiolarsi
nella gioiosa originalità dell’ultimo capolavoro di Meg Rosoff.”
- The Guardian -
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