di
ALLEGRA GOODMAN
Editore: Newton Comton
Pubblicazione: 12 aprile 2012
480 pag.
Prezzo: 9,90 euro
DALLA JANE AUSTEN DEL XXI SECOLO,
UNA COMMEDIA ROMANTICA E SEDUCENTE TUTTA DA GUSTARE
MEGLIO VIVERE O SOGNARE?
IMPROVVISARE O SEGUIRE UNA RICETTA?
RAGIONE E SENTIMENTO SI INCONTRANO IN CUCINA,
TRA PROFUMI AVVOLGENTI E DELIZIOSI SAPORI.
NEW YORK TIMES BESTSELLER
CONTENUTO:
Emily e Jessamine Bach sono due sorelle molto diverse tra loro. Emily ha ventotto anni ed è già a capo di un’azienda informatica, mentre Jess, fresca di laurea in filosofia, è una grande sognatrice e lavora part-time in una piccola libreria indipendente. Razionale e ambiziosa l’una, romantica e ingenua l’altra, Emily e Jess sono molto diverse anche in amore: Emily ha un fidanzato in carriera e Jess siperde tra mille storie inconcludenti, sotto gli occhi gelosi del suo capo George. Sarà proprio lui, con l’aiuto di un’antichissima collezione di libri di ricette, a guidarla passo dopo passo, ingrediente dopo ingrediente, alla scoperta del vero amore. Ma anche per la solida Emily il destino ha in serbo sorprese e rivelazioni che potrebbero cambiarle per sempre la vita…
L'AUTRICE:
Allegra Goodman è nata a Brooklyn ed è cresciuta a Honolulu, Hawaii, dove si è trasferita con la sua famiglia all’età di due anni. Attualmente vive a Cambridge, Massachusetts. È stata finalista al National Book e ha vinto i premi Whiting Writer’s e Salon Magazine for fiction. I suoi romanzi sono stati tradotti in decine di lingue in tutto il mondo.
Il suo sito internet è www.allegragoodman.com.
«Io non cucino, ma adoro leggere libri di cucina. Questo mi ha fatto riflettere: perché leggiamo invece di cucinare, e perché sogniamo invece di vivere? E così mi è venuta la tentazione di scrivere un libro sulla fame: la fame che ci spinge ad assaggiare, a costruire, a vivere, ad amare. All’epoca della stesura del mio primo romanzo (Kaaterskill Falls) i miei scrittori preferiti erano Jane Austen,George Eliot e Charles Dickens. Ciò che amo di loro è il fatto che offrono una serie di elementi che ci permettono di esplorare le relazioni umane in tutta la loro complessità. Nei loro libri ci sono amore, odio, illusione, speranza, gelosia, ambizione, ammirazione: tutti sentimenti che hanno un ruolo centrale nelle trame dei romanzi ottocenteschi. Naturalmente ognuno di questi autori ha un suo stile particolare, che io paragono a quello dei grandi pittori del passato. Dickens mi ricorda Bruegel, con le sue vivaci scene corali; Eliot per me è Rembrandt, per la sua capacità di far vivere i suoi personaggi di luce propria. Jane Austen è come Vermeer, con il suo squisito controllo, la limpida intelligenza e la sottile arguzia. Mantenere un contatto con il passato per me significa dare e ricevere reciprocamente, creare un rapporto con coloro che sono venuti prima di noi, ma anche mantenere un dialogo con gli scrittori e i lettori di oggi. Libro dopo libro, ho trovato nuove fonti di ispirazione per la mia scrittura. Per La collezionista di ricette segrete mi sono ispirata a Tolstoj. Sono rimasta affascinata dai suoi dialoghi, dall’uso della storia come oggetto di indagine e mezzo di conoscenza, dalla sua capacità di offrire una visione ampia e oggettiva delle cose e allo stesso tempo molteplici punti di vista. Mi ha ispirato anche la retorica di questa nostra epoca informatica, con il suo linguaggio futuristico, quasi messianico. Così come sono stata influenzata dai romanzi di Kazuo Ishiguro, potenti e allo stesso tempo raffinati. Infine ho tratto grande ispirazione dal linguaggio delle antiche raccolte di ricette. Ho cominciato a riflettere sul fatto che una ricetta si potesse applicare ai cibi, ma anche alle pozioni e agli unguenti; alle grandi occasioni così come ai pasti informali. Ho passato molto tempo a studiare antichi ricettari alla Schlesinger Library, e ho iniziato a pensare alla differenza tra cucinare seguendo una ricetta e improvvisare ai fornelli. Questo è diventato un tema centrale nel mio romanzo. Infatti la domanda che si pongono le due protagoniste, Emily e Jess, è la seguente: dovrei seguire le regole o trovare una mia formula personale per affrontare la vita?».
BREVE ESTRATTO:
«Le due sorelle avevano la stessa voce, o quasi. A sentirle, parevano gemelle; a vederle, erano completamente diverse. Emily era alta e slanciata, con i capelli raccolti. Indossava un abito gessato, pantaloni eleganti, occhiali costosi,dalla montatura sottile. Aveva un dottorato, non era una semplice programmatrice, e la cosa si notava subito. I suoi occhi color nocciola, messi in risalto dagli occhiali, erano profondi, guardinghi, e soprattutto stupendi. Aveva lineamenti delicati, dita lunghe e affusolate. Da come era seduta, sisarebbe detto che la sua schiena esitava a sfiorare la sedia, mentre Jess era tutta rannicchiata con le gambe accavallate sotto il sedere. Jess era piccola ed eccentrica. Il volto e la bocca erano più larghi di quelli di Emily, le guance più rotonde, gli occhi più verdi e più generosi. In lei il sole e il mare parlavano con più forza: aveva più lentiggini, più fili d’oro nei capelli castani. Sorrideva a tutti, e rideva e scherzava e cantava. Indossava maglione e jeans di Mars Mercantile, e i suoi capelli… impossibile capire quando li avesse tagliati l’ultima volta. Si limitava a scansare i lunghi ricci dal viso. Jess si sporse in avanti, con i gomiti sul tavolo, e si prese il volto tra le mani.
«Allora, Emily», disse, «cosa si prova a diventare ricche?». Emily stava per rispondere, ma si trattenne. «Non saprei», rispose, in tono franco e sincero. «Non mi è ancora successo».
INTERVISTA:
Alcune recensioni paragonano La collezionista di ricette segrete a Ragione e sentimento, e lei a Jane Austen, ma non ho mai sentito un suo commento in merito alla cosa. Ha dichiarato che il suo punto di riferimento è Tolstoy. Come mai?
Per il suo uso di molteplici punti di vista e la maniera in cui scompare in tutti i suoi personaggi. Amo il modo in cui riesce a essere un vecchio, una giovane ragazza che si prepara per il primo ballo, essere un ragazzo ubriaco, o un generale che pianifica una battaglia ... amo la sua camaleontica capacità di scomparire, e la fluidità con cui lo fa.
Come si fa a sparire e mantenere ogni voce distinta?
Si parte dall’immaginarsi dentro ai personaggi. Personalmente, inizio con il carattere e le motivazioni, pensando ai loro desideri, i dettagli delle loro vite e le loro storie. Cerco di renderli abbastanza reali ai miei occhi in modo che, quando racconto le scene con più personaggi che parlano tra loro, so cosa direbbero e come si comporterebbero in ogni situazione. È possibile impostare una struttura dibase, documentarsi e fare delle ricerche, e poi improvvisare. Questa è la parte più divertente.
Ne La collezionista diricette segrete, le protagoniste, Emily e Jess, si domandano che vita scegliere, e da chi farsi guidare.
La forma romanzo è particolarmente adatta ad esplorare alcune di queste questioni in modo non didascalico. Quella delle protagoniste è una domanda centrale per il mio libro, e soprattutto per le giovani donne, come loro due, che si stanno interrogando su come impostare le loro vite, e insieme a questa, si fanno altre domande del tipo: con chi dovrei stare? A cosa dovrei dare valore? Su cosa dovrei cedere? Di chi mi posso fidare? Queste sono le grandi domande dei romanzi.
Si ricorda dei libri che l’hanno aiutata a rispondere a queste domande?
Quando ero al college, un momento molto importante è stato la lettura di Ritratto di una signora, in cui veramente ho faticato a entrare. Il ritmo era così lento, e ho trovato Henry James molto pretenzioso. Poi è diventato come un ragno, che tesse la sua tela e lentamente, lentamente, rimani intrappolato nella sua trama; lì si vede la sua arte. C’è stato un momento in cui ho pensato, "Questo è un incredibile opera d'arte, è così toccante, ciò che egli conosce delle persone e il modo in cui le manipola, il modo in cui ci fa soffrire!" Ho perso la testa. Mentre si legge un romanzo e si pensa alla propria vita, l'unica cosa che non può accadere è di avere una esperienza di conversione: "Ci sono! Da oggi ho intenzione di applicare gli insegnamenti di questo libro alla mia vita " Un buon romanzo agisce su di noi più lentamente, come un veleno - in senso buono. Entra nel flusso sanguigno e cambia il modo di guardare il mondo senza che ce ne rendiamo conto.
La collezionista di ricette segrete esplora il bisogno ossessivo di possedere cose. Che cosa ha imparato sui collezionisti?
Il collezionismo può essere il desiderio nascosto di altre cose. Invece di mangiare, per esempio, si leggono libri di cucina. Le cose diventano un fine di per sé. Il collezionismo può prendersi tutta la
nostra vita, il piacere si trasforma rapidamente in ossessione. L'altro aspetto che veramente mi ha colpito è il modo in cui le collezioni possono significare cose diverse per persone diverse. Se una collezione viene tramandata, il suo significato può essere reinterpretato dai nuovi proprietari. Le motivazioni iniziali del collezionista sono ormai morte e il rapporto con gli oggetti o i libri che lui ha vissuto può essere reinterpretato e ridefinito dai nuovi spettatori. Questo è punto centrale ne La collezionista di ricette segrete. Non solo per la ricerca di libri rari di cucina, ma anche per la raccolta di lettere che la madre di Jess e Emily ha lasciato alle ragazze [prima di morire] chiedendo che ne leggessero una all’anno. E qui torniamo a quei momenti nella vita quando si leggono le cose in un certo modo, e in seguito si leggono in modo diverso. Jess, a 12 anni, aveva barato e letto tutte le lettere in una volta sola senza aver capito realmente cosa aveva fatto. Mi interessava molto l'attività di lettura e il modo in cui il lettore è parte del processo di creazione del testo. Questo è il modo in cui funziona l’arte. E il modo in cui funziona la storia. Quando Jess scopre questi libri di cucina ci mette dentro tutte le sue esperienza, e a sua volta lei viene cambiata da loro. Così lei li sta scrivendo e li sta leggendo contemporaneamente.
L’essere mamma di quattro figli non ha ostacolato la sua creatività?
Non prendersi cura dei propri figli sarebbe la morte della creatività. I miei figli hanno 18, 15, 11 e 8 anni. Non sono più bebè, ma ancora trascorro la maggior parte del mio tempo portando i miei figli di qua e di là. È la cosa più importante per me.
Il romanzo si svolge negli anni tra il 1999 e il 2001 e segue le vicende di due sorelle. Quanti elementi biografici ci sono nel libro?
I miei libri non sono mai direttamente autobiografici, ma attingono ad alcune delle mie esperienze che poi rimodello con l’immaginazione. Ho vissuto nella zona della Baia di San Francisco, e ora vivo a Cambridge nel Massachusetts - quindi conoscevo bene questi luoghi quando ho deciso di scriverne. Anch’io ho una sorella più giovane, quindi conosco bene la dinamica di un rapporto tra sorelle. Tuttavia, io e mia sorella siamo molto diverse da Emily e Jess. Io sono una scrittrice, non un imprenditore nel campo tecnologico. Mia sorella è un’oncologa, non una studentessa di filosofia.
Da dove nasce il suo interesse per la Filosofia?
Mio padre è un filosofo e io ho studiato filosofia al college. Ammiro i grandi filosofi e sono molto interessata al rapporto tra filosofia e letteratura.
Cosa pensa del successo de La collezionista di ricette segrete?
Ne sono felice e riconoscente!
Quali sono i suoi progetti futuri?
In questo periodo sto scrivendo un nuovo romanzo. Sono molto emozionata - ma non posso parlarne fino a quando non sarà pronto. Temo che se ne parlo, non lo finirò mai.
Le piace cucinare?
Mi piace cuocere, ma confesso che non ho mai davvero cucinato in vita mia. Il mio figlio maggiore, invece, è diventato un cuoco eccellente. Gli ho lasciato campo libero in cucina fin dalla giovane età.
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