di
Edith
Bruck
Editore: Garzanti
Pubblicazione: Febbraio 2012
128 pag.
Prezzo: 15,60 euro
La giuria dei Critici della
XXVIII edizione del
Premio letterario nazionale
per la donna scrittrice
“Rapallo-Carige” ha attribuito a
Edith Bruck
il premio speciale alla Carriera con
la seguente motivazione:
“Già vincitrice nel 1989 del Premio
Rapallo-Carige con “Lettera alla madre” e autrice di numerosi romanzi e racconti
sul tema dell’olocausto, in “La donna dal cappotto verde” Edith Bruck
torna ad affrontare questo sconvolgente argomento attraverso il filtro della
memoria, sollecitata dal casuale incontro tra una deportata, allora bambina, e
la sua aguzzina di Auschwitz. Opera di grande tensione emotiva, recupera dalla
grande storia la lezione di una tragedia e il monito a non ricadere nella
spirale della violenza collettiva”.
Il premio sarà
consegnato in occasione della cerimonia conclusiva che si svolgerà a Rapallo,
nel parco di Villa Tigullio, sabato 23 giugno 2012.
CONTENUTO:
È una mattina qualsiasi di un giorno
qualsiasi. Lea Linder sta comprando il pane. Nel negozio la osserva una donna
anziana. È avvolta in un cappotto verde. Le si avvicina e quasi urla: «Sei Lea,
la piccola Lea di Auschwitz!». E fugge, scompare.
Come ha fatto quella donna a riconoscerla dopo tanti
anni? Chi è? Chi era? Lea non riesce più a darsi pace. La cerca. Vuole scovare
quel fantasma. Si sforza di ricordare. Se conosceva il suo nome, può essere
stata un’aguzzina nel luogo dell’ignominia?
Riesce a individuarla. Incontrarla.
E ancora a temerla come la bambina di allora, dibattendosi tra il perdono e la
rivalsa.
Edith Bruck, straordinaria testimone
della più grande tragedia del nostro tempo, affronta con fine sensibilità e
sapienza narrativa due temi chiave che segnano l'esistenza di tutti noi: la
memoria e la pietà. La donna dal cappotto verde li indaga facendone il
motore di una storia, la storia – possibile e impossibile – di due donne che si
cercano, oltre il dolore e la colpa.
ESTRATTO:
«Lea sente il proprio nome e si
volta verso la direzione del richiamo ma non vede nessun conoscente sul
luogo.
“Sei Lea, la piccola Lea di
Auschwitz! Sì, sì...” sente ripetere, e i suoi piedi s’inchiodano al suolo.
Il suo sguardo è immobile. Ha di fronte una donna che
uscendo frena i passi, quasi si scontra con la sua figura
paralizzata.»
L'AUTRICE:
Edith
Bruck, di origine
ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che
bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad
Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen…
Sopravvissuta alla deportazione,
dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la
lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro
Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al
Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti
Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi
come Le sacre nozze (1969), Nuda proprietà (1993), Lettera da
Francoforte (2004), Quanta stella c’è nel cielo (2009), da cui è in
fase di realizzazione un film di Roberto Faenza, e ancora Privato (2010).
Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell’evento nero del
xx secolo. Nella lunga carriera ha
ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue. Tra gli
altri, è traduttrice di Attila József e Miklós
Radnóti
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