di
FRANCESCA BERTUZZI
Editore: Newton compton
Pubblicazione: 14 giugno 2012
336 pag.
Prezzo: 9,90 euro
Un grande thriller dall'autrice del bestseller "Il Carnefice"
Migliaia di lettori ne sono caduti vittima
DUE
DONNE RAPITE. UN SADICO OMICIDIO.
CHI
È IL CACCIATORE E CHI LA PREDA?
CONTENUTO:
UN
CAPANNO LONTANO DALLA CITTÀ E AVVOLTO NEL BUIO. DUE RAGAZZE LEGATE A UNA SEDIA,
UNA DI FRONTE ALL’ALTRA. COS’HANNO IN COMUNE?
Apparentemente nulla.
Solo una serata trascorsa a bere nello stesso bar di Torino. Eppure qualcuno le
ha stordite, rapite e rinchiuse entrambe in un luogo che odora di morte. E con
implacabile e spietato calcolo si accanisce contro una di loro, torturandola
fino a ucciderla. Ma non Giuditta: l’ignoto carnefice ha deciso di risparmiarla
e lasciarla andare. Pur sconvolta e sotto shock, in mente ha un solo obiettivo:
allontanarsi dalla casa delle torture e mantenere una promessa. «Via Exilles 12.
Emma. Promettilo. Emma»: le ultime parole della ragazza rapita insieme a lei.
La sorpresa non tarderà ad arrivare: Emma è una bambina di soli cinque anni e la
casa in cui vive rivela torbidi e inquietanti particolari sulla madre che non
vedrà mai più. Un lavoro in un ambiguo locale, tanti soldi in contanti di dubbia
provenienza, nessun legame. Ma cosa nascondeva nel suo passato? Chi può avere
avuto una ragione per vendicarsi di lei? Giud inizia a cercare, scavare,
indagare nella sua vita, senza che nulla emerga. Qual è il particolare che le
sfugge e che potrebbe dare un senso a ciò che è accaduto? Forse è qualcosa di
importante, qualcosa che la sua memoria ha voluto
rimuovere.
BREVE ESTRATTO:
Buio. Anche se avevo gli
occhi sgranati, non vedevo altro che buio. Mi ero risvegliata da poco. Stavo
piangendo. Le lacrime scendevano e basta. Era salito all’improvviso, da sotto il
seno sinistro, un dolore di quelli che non accennano a diminuire. Sapevo già che
più avrei preso coscienza più sarebbe aumentato. Comunque non era il dolore a
preoccuparmi. Ero legata mani e piedi, seduta su una sedia o qualcosa di simile.
Ma la cosa che mi terrorizzò all’istante era di avere la bocca tappata con del
nastro isolante. La paura mi assalì. Smisi immediatamente di lacrimare, perché
più piangevo, più mi si tappava il naso, meno respiravo
[…].
Mi paralizzai. Non ero sola.
Il battito cardiaco era in accelerazione. Sentii altri rumori provenire
sempredallo stesso punto. La voce continuava a lamentarsi, soffocata. Doveva
essere qualcuno nelle mie stesse condizioni. Si stava dimenando senza successo.
Continuò per qualche minuto poi si stoppò all’improvviso e tornò il
silenzio.
Puzza di carne andata a
male. Ecco cos’era l’altro odore. E non era rassicurante nemmeno un
po’.
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L'AUTRICE:
FRANCESCA BERTUZZI è
nata a Roma nel 1981. A 22 anni ha conseguito il master biennale in “Teoria e
Tecnica della Narrazione” alla Scuola Holden di Torino. Ha seguito un
laboratorio di regia diretto da Marco Bellocchio e Marco Müller. Negli ultimi
anni si è dedicata alla scrittura cinematografica, vincendo premi e
riconoscimenti internazionali con diversi cortometraggi. Ha diretto e montato il
backstage del film Vallanzasca – Gli
angeli del male di Michele Placido e attualmente sta lavorando a due
sceneggiature cinematografiche con produzioni internazionali. Con la
Newton Compton ha esordito nel 2011 con Il
carnefice, che ha riscosso un grande successo, vincendo anche il
premioletteratura e cinema Roberto Rossellini 2011.
BOOK TRAILER:
INTERVISTA ALL’AUTRICE:
Sei
arrivata al successo narrando la storia di Danny, una ragazza di origine
africana dal passato tormentato. Cosa hanno in comune Danny e la protagonista
del tuo secondo libro?
Sono coetanee e hanno entrambe storie piuttosto
difficili alle spalle. Giud parte con uno spirito molto meno combattivo rispetto
a Danny, ma le lega il senso della giustizia, e il modo di reagire al male. Per
quanto siano personaggi profondamente diversi, alla fine Danny e Giud risultano
capaci di una forza comune. Spinte da una determinazione cieca, trovano entrambe
il coraggio per affrontare le brutte storie in cui le ho cacciate.
L’ambientazione cambia completamente. Come è nata questa storia?
Per quanto mi piaccia molto la piccola realtà
della provincia, in questo caso avevo la necessità di ambientare la storia in
una città, in modo da aprire la galleria dei sospetti a dismisura, in una sorta
di gioco di specchi. Gran parte del romanzo, comunque, si snoda tra montagne,
fiumi e case isolate in mezzo ai boschi. L'idea alla base di questo nuovo libro
è nata subito dopo la prima stesura del Carnefice. Volevo raccontare un altro
genere di male, ed è da questa linea di partenza che poi si è sviluppata la
trama.
Nel tuo precedente romanzo i buoni trionfano e i cattivi alla fine soccombono.
È una
tua visione del mondo?
Diciamo che più che essere una mia visione del
mondo, è come mi piacerebbe che andassero le cose. Nel Carnefice mi sono presa la libertà di
sfogare un po’ di rabbia. Per ora, i miei sono eroi vecchio stampo, con l’etica
e gli ideali tipici dei buoni. Non è detto riesca sempre a farli vincere, però
nel Carnefice sono stata felice di
averli condotti al lieto fine.
Cosa si
conserva e cosa cambia nello stile tra questo romanzo e il
precedente?
Ho una nuova protagonista, con un background
completamente diverso. La voce che narra la storia è la sua, quindi il punto di
vista sul mondo si discosta del tutto da quello della mia prima eroina. Ad
accomunarli invece c’è lo stile sempre molto colloquiale, a tratti ironico, che
si rivolge direttamente al lettore e che, come lettrice, mi ha sempre catturato
molto.
Davvero intrigante!
RispondiEliminaSi Matteo lo credo anch'io!
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