HO DECISO DI DEDICARE UN ANGOLINO DEL MIO SPAZIO LETTERARIO AGLI
"SCRITTORI EMERGENTI"
PRESENTANDOVI IL LORO LIBRO E - SE SONO FORTUNATA -
LA LORO INTERVISTA!
A dispetto di ogni mia aspettativa questa rubrica sta diventando un appuntamento settimanale e questo non puo' che rendermi molto orgogliosa, anche perche', e' forse la rubrica che preferisco di piu' in quanto racchiude progetti e speranze di chi cerca di realizzare un sogno.
Oggi questo spazio e' dedicato ad un giovanissimo scrittore, Nicola Nicodemo, che ha deciso di auto-pubblicare il suo primo romanzo, in versione ebook, dal titolo "La gatta che suonava il piano" su un tema forte e importante.
di
Nicola Nicodemo
Editore: SBF Narcissus
Pubblicazione: 2012
previste 38 pag.
Prezzo ebook: 1,99 euro
CONTENUTO:
Tre racconti, una sola storia. 1944. I nazisti occupano Parigi.
Edifici crollati, i corpi delle vittime campeggiano come vessilli nei luoghi
degli scontri. Fame, disperazione e rassegnazione riempiono gli animi avviliti
dei parigini. Ma c'è ancora speranza nei cuori di chi non si è mai arreso, di
chi combatte, di chi ogni giorno ravviva la fiamma del ricordo e di una
promessa. C'è bisogno di lotta nel cuore di Vincent, che ha perso tutto ma vuole
difendere il futuro di sua figlia. C'è entusiasmo, voglia di vivere e di
riconquistare la libertà, nei cuori di un gruppo di operai che non sanno nulla
di guerra, di odio, di armi, ma scelgono di ribellarsi al nazismo e di
riscrivere il finale ad una insulsa pagina di storia, per la loro città
occupata.
L'AUTORE:
Nicola Nicodemo
vive a Capaccio (Salerno). Nato nel 1994, frequenta il liceo scientifico. Alla
passione per numeri e formule affianca quella per le parole. Si avvicina alla
scrittura attraverso i concorsi letterari e la scuola. Grazie al sostegno del
suo blog "Blog novel: Il Romanzo" riesce a concludere il suo primo romanzo,
dando vita ad altri progetti. Dopo la pubblicazione di racconti in diverse
antologie, decide di autopubblicare il primo ebook "La gatta che suonava il
piano". Ama condividere emozioni e esperienze, ma preferisce farlo solo
attraverso la parola scritta. Così rimane un adolescente asociale, col suo sogno
di diventare scrittore.
"La gatta che suonava il
piano" è il mio primo ebook autopubblicato. È una breve antologia di tre
racconti, ambientati nella città di Parigi durante l'occupazione nazista. In
essi, ho voluto condividere la mia idea di scrittura, uno strumento
straordinario che mi permette di descrivere e trasmettere emozioni, storie,
esperienze. Della vita, insomma. In questi tre racconti ho voluto parlare della
vita: delle speranze di un uomo che trova il coraggio di lottare, dell'innocenza
di una bambina che sopporta, nella sua fragilità, l'orrore di una guerra, e del
valore di una promessa. E ora sono pronto a condividerli con voi, se avrete la
voglia di leggere questa semplice storia."
- Nicola Nicodemo -
Blog ufficiale: Blog novel: Il Romanzo
LINK UTILI:
INTERVISTA
Oggi nel mio salotto virtuale
dedicato agli scrittori emergenti, ho il piacere di ospitare un giovane al suo
esordio: ciao Nicola...benvenuto...parlaci un po' di te...
Ciao
Debby, grazie per avermi invitato, mi fa molto piacere. Allora, che dire?
Innanzitutto, sono Nicola Nicodemo, studente di liceo scientifico e aspirante
scrittore (non so, mi sembra ancora strano dire scrittore esordiente, anche se
ormai ho auto-pubblicato). Dietro queste due definizioni si nascondono le mie
grandi passioni: numeri, formule, teoremi, e parole. Spesso mi ripeto che mi
basterebbe un computer e una calcolatrice per essere felice. Ma poi mi rendo
conto di quanto sia superficiale questa visione, e capisco quale sia la cosa che
mi serve davvero: condividere esperienze ed emozioni, qualunque esse siano e con
chiunque.
- Come nasce la tua passione per la
scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata presto.
Sì, sembra la solita frase fatta che ogni aspirante scrittore dice per sentirsi
figo. Il fatto è che la passione per scrittura, in quanto "rappresentazione
grafica del linguaggio per mezzo di segni", è nata grazie ad una vecchia
macchina da scrivere dei miei genitori. Il primo anno dell'asilo cominciai a
scriverci, ricopiando frasi che trovavo un po' ovunque. Quando poi mi
insegnarono a scrivere con la penna, vedevo il mondo che finalmente mi si apriva
davanti. Il primo anno di scuola media scrissi una novella, qualcosa di
orribile, ma ero così soddisfatto e orgoglioso... La passione per la scrittura
creativa si è evoluta nel tempo. È iniziata con i concorsi di poesia, in cui ho
cominciato ad ottenere i primi risultati. Ed è diventata realtà concreta con
l'apertura del mio blog, quando ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo.
Da lì la strada è stata in salita, ma ha portato i primi frutti, con racconti
pubblicati in varie antologie, e finalmente il mio ebook.
- Hai scelto un tema forte e di grande impatto:
vuoi spiegarci il perche'?
La storia della Resistenza
durante la Seconda guerra mondiale mi ha sempre affascinato. Questi racconti
sono nati per capire come io vedevo quella realtà. Cos'è per me la lotta? Cosa
significa per me vivere l'occupazione della propria città? E cosa vuol dire
mettere a rischio la propria vita per salvare il futuro delle persone care?
Domande a cui non potevo dare una risposta, se non immedesimandomi in Vincent,
un ipotetico alter ego che si trovava per le strade di Parigi nel '44. So che mi
è impossibile immaginare, perfino lontanamente, quello che provò un qualsiasi
parigino a quel tempo, ma i miei racconti nascono in questa prospettiva: spiegare a
me stesso il legame con il passato e con una storia di dolore e tragedia. E
trasmettere, naturalmente, le emozioni che ho provato al lettore.
- Quanto di Te c'e' nel tuo
libro?
Tanto. Forse troppo. Più volte ho temuto di aver
plagiato le vicende con la mia presenza emotiva nel testo. Mi dicevo, un testo a
sfondo storico (o che, comunque, presume di essere tale) deve essere oggettivo.
Ma io non volevo scrivere un testo storico. Io volevo esprimere la sensibilità e
l'umanità che c'era nei protagonisti, le emozioni, le paure, il dolore che essi hanno provato. E come potevo farlo, se non impegnandomi emotivamente nella stesura
dei racconti? Non c'è niente di autobiografico, nulla della mia vita che alteri
la storia. Ma è come se il mio animo, la mia mente, albergassero in Vincent, il
protagonista. Sono io a muovermi nei suoi panni, io a vedere la tragedia
dell'occupazione nazista. Forse questa è stata una debolezza, ma non potevo
inventarmi una personalità diversa, che neppure conoscevo perché non conoscevo
un Vincent che avesse vissuto davvero quella guerra.
- Com'e' nata questa
storia?
L'idea di scrivere il primo racconto, che si
intitola per l'appunto "La gatta che suonava il piano" (a quel tempo non sapevo
ancora che sarebbe poi entrato in un'antologia), mi venne dopo aver letto una
piccola raccolta dei racconti di Hemingway. Dopo aver letto i suoi testi,
ambientati nella Spagna della Guerra Civile, mi sono detto "Voglio scrivere
anch'io un racconto così" e l'ho fatto. Non che il mio possa paragonarsi
minimamente a quello del maestro, ma ho seguito quella scia: un testo a fondo
storico in cui però l'umanità dei personaggi prevale sulla concretezza del
conflitto. Io però cambiai locazione e contesto, scegliendo la Francia della
Seconda guerra mondiale. Quando finii di scrivere il primo racconto, capii che
c'era del potenziale in quella storia. Ne scrissi un seguito, "Lacrima di
sangue". E non riuscii a fermarmi. Dovevo portare a termine questo breve ciclo
di tre racconti, scrivendo "Il plotone".
- Una domanda che faccio sempre – anzi ti
confesso, che e’ la mia preferita - quando hai scritto l’ultima parola, ponendo
la parola “fine” come ti sei
sentito?
Devo premettere
che i racconti sono stati scritti separatamente, quindi ho vissuto il momento di
porre la parola "fine" ben tre volte (sebbene dopo la stesura di un romanzo sia
molto più intenso). Ma la vera soddisfazione è stata quando li ho messi insieme
per farne un'antologia. Li ho visti così, uno dopo l'altro, e mi sono sentito
soddisfatto e un po' commosso. Ma è durato un attimo, poi c'è stata la
confusione: pensare alla rilettura, alla revisione, alla seconda revisione...
- Se dovessi scegliere, qual e’ il
genere letterario che ami di piu’ o che comunque senti che in qualche modo ti
appartiene perche’ ti
rappresenta?
Il
mio genere preferito è la narrativa. Di ogni tipo, di ogni luogo, di ogni
autore. Basta che sia una storia coerente, intensa e commovente, e la leggerò
volentieri. Però devo ammettere che non resisto ai thriller... ce n'è sempre
qualcuno sul comodino. Non leggo invece i romanzi rosa, quelli coi vampiri,
quelli che vendono milioni di copie in meno di due mesi.
- Forse la riterrai una domanda scomoda, ma devo chiedertelo, come mai
hai deciso di
auto-pubblicarti?
È
una domanda scomoda perché molte volte la gente pensa "guarda 'sto sfigato, che
si è auto-pubblicato perché il suo testo non vale niente". E allora bisogna
cercare di far capire che non sempre è così. Io questa raccolta non l'ho neanche
presentata a un editore. Chissà, forse avrei avuto maggior fortuna, o forse
sarebbe finita nel cestino della porta elettronica senza essere letta. Ho deciso
di far da me, perché è il lettore che mi interessa, né i soldi, né la vendita di
un milione di copie... Voglio sapere quel che il lettore pensa dei miei testi,
per capire quello che davvero sono in grado di trasmettere, se è valsa la pena
lavorare sodo questi ultimi anni. Avere un contatto col lettore, questo
m'importa. E poi, per non apparire ipocrita, il mondo dell'editoria italiana è
così complesso e così gremito, che forse per i miei racconti, belli o brutti che
siano, non ci sarebbe stato posto.
- Ed infine quali sono i tuoi progetti per il
futuro?
Progetti
per il futuro? Da dove comincio? Allora, ho due obiettivi principali, il resto è
confusione. Primo: la laurea, e quella non scappa. Credo che nei prossimi anni
sarò molto impegnato. Ma quello che vi interessa è, forse, il secondo: diventare
uno scrittore. Senza illusioni, però. Non voglio sfondare nel mondo
dell'editoria. Voglio dare il mio contributo, magari rendendo più piacevole il
pomeriggio di uno sventurato lettore che si sia ritrovato fra le mani un mio
libro.
Grazie per essere stato cosi' gentile
da accettare il mio invito...e' stato un piacere, non
mi resta che augurarti...in bocca al lupo per
tutto!
Buon week end!
Grazie
a te, Debby. È stato davvero piacevole e divertente. Ti ringrazio per l'augurio
e lo rinnovo a te, per i tuoi progetti futuri. Ciao a tutti!
Anche a me piace molto questa tua rubrica!!!la seguo con molto piacere!!cosi posso conoscere autori emergenti!libri davvero belli e imperdibili!!!
RispondiEliminaQuesto libro è davvero intrigante! è un bel periodo storico!!
Complimenti per l'intervista!
Grazie ..Mary..!!!
RispondiEliminaBuona domenica!!!
Ciao^_^