Pagine

domenica 26 ottobre 2014

In Libreria: "INTENSO COME UN RICORDO" + "Recensione"

Forse non sara' un fatto realmente accaduto, ma ci sono così tante storie ancora sconosciute nel mondo, relative a questo periodo del nostro passato, che solo questo fa pensare che da qualche parte qualcuno potrebbe aver vissuto qualcosa di simile ed e' giusto che se  ne parli ancora per non dimenticare...

Un romanzo di rara forza e potenza, che colpisce come un pugno nello stomaco e ci regala una prospettiva del tutto nuova sull’Olocausto.

di
Jodi Picoult
Editore: Corbaccio
Pubblicazione: 26 giugno 2014
500 pag.
Prezzo: 16,40

Credi di conoscermi
Ma di me non sai nulla
Per sfuggire al mio passato
Ho bisogno del tuo aiuto

CONTENUTO:

Josef Weber è un vecchietto adorabile ma  che in realtà nasconde un atroce segreto…

Sage Singer è una ragazza solitaria. Evita ogni contatto col mondo, nasconde il proprio volto sfregiato in seguito a un incidente, si rifugia in una relazione clandestina con un uomo sposato. Ha scelto di fare la panettiera, soprattutto per lavorare di notte, nell’isolamento della sua cucina. L’unico a fare breccia nella prigione quotidiana in cui si è rinchiusa Sage è un anziano signore di origine tedesca, Josef Weber, benvoluto da tutti nella piccola comunità in cui vive. Ma un giorno Josef rivela alla ragazza un segreto terribile, confessandole il suo passato di ss e carnefice ad Auschwitz. Non solo, le chiede il perdono per i suoi crimini e, infine, di aiutarlo a morire. Sage, di famiglia ebraica ma atea, è tormentata da un dilemma atroce: sua nonna, Minka, è una sopravvissuta dei campi di concentramento, e solo settant’anni dopo quell’esperienza svela alla nipote il baratro in cui è sprofondata durante la deportazione.
Come si può reagire quando si capisce che la persona che ha di fronte incarna il male assoluto? E’ possibile cancellare un passato criminoso con un comportamento irreprensibile? Si ha il diritto di offrire perdono anche se non si è la vittima diretta di un’ingiustizia? E… qualora Sage accogliesse la richiesta di Weber, si tratterebbe di vendetta… o di giustizia?
Più voci narranti si alternano nella scrittura di Jodi Picoult, come sempre magistrale nel riannodare il filo dei ricordi sepolti nel passato e delle emozioni che agitano il presente. E la chiave, ancora una volta, sta nella potenza della narrazione: «Un racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi». Sta a noi, alla nostra coscienza, scegliere la strada da prendere.

LEGGI LE PRIME PAGINE IN ANTEPRIMA

L'AUTRICE:

Jodi Picoult, la regina delle classifiche americane, vive ad Hanover, New Hampshire, con il marito e i tre figli.
· Nel 1992 ha scritto il suo primo libro. Da allora ha scritto 23 romanzi.
· I suoi libri sono pubblicati in 35 paesi.
· Ha vinto numerosi premi letterari fra cui il New England Bookseller Award for Fiction, il Book Browse Diamond Award, il Fearless Fiction Award, il Virginia Reader’s Choice Award e molti altri ancora americani e inglesi.
· Intenso come un ricordo, in pochi mesi, ha venduto Negli Stati Uniti più di 1 milione di copie.
· In Italia, Corbaccio ha pubblicato La custode di mia sorella, Il colore della neve, Senza lasciare traccia, Diciannove minuti, Un nuovo battito, La bambina di vetro, Le case degli altri e L’altra famiglia (tutti anche in edizione TEA).

«Questo mio libro è veramente diverso da tutti gli altri che ho scritto. ci ho messo tutta me stessa.» Un romanzo unico, l’autrice spiega perché:
So che ci sono milioni di libri sull’Olocausto, ma come figlia di genitori ebrei e come scrittrice, credo di avere il dovere di dare voce a tante storie, storie che ancora aspettano una voce, e lo faccio nel modo che mi riesce meglio.
Un terzo del romanzo si svolge più di settant’anni fa. Lo spunto mi è venuto dalla lettura di Il girasole di Simon Wiesenthal, nel quale l’autore racconta la sua prigionia in un campo di concentramento e di quando fu portato al cospetto di un nazista in punto di morte che voleva confessare le atrocità commesse e ottenere il perdono da un ebreo. Il dilemma etico che ha dovuto affrontare Wiesenthal è stato oggetto di innumerevoli analisi filosofiche e morali sulle dinamiche esistenti tra le vittime del genocidio e i carnefici, e mi ha fatto pensare a cosa sarebbe successo se la stessa richiesta di perdono venisse fatta molti decenni dopo alla nipote di una vittima.
Per scriverlo non solo ho letto centinaia di testimonianze, ma ho personalmente intervistato i sopravvissuti o i loro figli e nipoti. Ho ascoltato storie terribili, come quella del piccolo Bernie che si è fatto promettere dalla madre che gli avrebbero sparato nel petto e non in testa… Vi immaginate come si sente una madre che deve fare una promessa simile? O di Gerda, sopravvissuta alle marce della morte solo perché il padre era riuscito a dirle, prima che li prendessero, di non mettersi le scarpe normali ma gli scarponi da montagna. O Mania, scampata alle selezioni perché parlava il tedesco ed era incappata in un ufficiale nazista che tentava di proteggere gli ebrei che lavoravano per lui…
- Jodi Picoult

Sito ufficiale: www.jodipicoult.com

RECENSIONE:

Ad essere sincera ho terminato questo libro da un po' ma non ero ancora pronta a mettere nero su bianco i miei pensieri, avevo bisogno di tempo per metabolizzare, tempo per capire i miei sentimenti a riguardo, ma non perché non lo avessi apprezzato...anzi, ma perché è un romanzo che fa riflettere a lungo.

Appena tornata da una visita al campo di concentramento e sterminio di Sachsenhausen a Berlino, entrando un po' di più in una realtà fino ad ora appresa solo dai libri, ho fatto chiarezza in quel groviglio di emozioni che la storia ha suscitato.

Indubbiamente una narrazione che colpisce con la forza di un uragano per i suoi temi trattati e per le verità raccontate senza giri di parole ma del resto non poteva essere altrimenti, sarebbe una mancanza di rispetto per coloro che hanno perso la vita e per i sopravvissuti cercare di addolcire la pillola e comunque sono convinta che abbiamo bisogno di conoscere i fatti così come sono.

Anche se non si tratta di avvenimenti realmente accaduti, la scrittrice ha visionato diversi testi durante la stesura - come lei stessa sottolinea nelle ultime pagine - e questo ha  reso il tutto ancora più verosimile.

Ma probabilmente ciò che lo rende particolare e speciale al tempo stesso,  è l'aver affiancato l'atroce realtà della seconda guerra mondiale ad una vicenda di crescita interiore e accettazione di se stessi,  la scoperta di un passato doloroso alla nascita di un sentimento romantico, ma soprattutto la presenza di una storia nella storia che, suddivisa in frammenti durante tutta la lettura, porta il lettore alla consapevolezza che non esiste un uomo totalmente buono o totalmente cattivo ma un'infinita varietà di sfaccettature tra questi.

Un racconto che ti mette di fronte alla complessità umana, facendoti comprendere tanto chi riesce a perdonare l'artefice di chi ti gli tolto tutto sia fisicamente che psicologicamente, annientando la sua dignità, che il carnefice che ha bisogno di redenzione, quanto chi cede alla vendetta.

L'epilogo un'autentica sorpresa che, svelando un'amara verità, ti lascia con una domanda che si fa strada nella tua testa: "Io cosa avrei fatto?".
Una domanda semplice a cui però non credo sia possibile trovare una risposta perchè rientra in quelle situazioni particolari in cui chiunque potrebbe veder vacillare qualsiasi certezza o principio in cui crede.

Intenso, profondo, commovente, drammaticamente realistico, uno di quei libri che anche dopo aver letto l'ultima pagina resterà indelebile nel tempo come un ricordo.


Voto: 5 stelline


2 commenti:

  1. Her@
    credo che questo genere di libri debba essere letto non solo da chi gli piace leggere ma anche nelle scuole.
    Ho finito, recentemente, Storia di una ladra di libri e meriterebbe davvero di essere inserito tra le letture per ragazzi. Oltre all'intramontabile "Diario di Anna Frank".
    Ciao, Follettina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Her@.
      Proprio una settimana fa quando sono stata ad Amsterdam, sono andata a visitare la casa di Anna Frank ed ho preso il libro sul suo diario che spero presto d'iniziare...
      Buon fine settimana!

      Elimina