Miei cari BookFriends com'è andata la Festa dell'Immacolata? Io dopo cinque lunghi anni di "astinenza" - come la chiamo io - dal Natale, ovvero nessuna sorta di addobbo nelle mie immediate vicinanze, ho ripescato decorazioni varie e ben due alberi allestendo la mia casa come quella di Babbo Natale.
Non chiedetemi perchè...probabilmente l'influenza natalizia di Edimburgo ha risvegliato il mio spirito ormai spento.
E' stato un lavoro un pò lungo ma ne è valsa la pena.
E voi avete già fatto l'albero?
Ma oggi eccomi di nuovo davanti al mio pc alla ricerca di qualche interessante anteprima. Tra le uscite di gennaio firmate Garzanti un titolo mi è saltato all'occhio, probabilmente qualcuno di voi storcerà il naso, visto che la recensione di un paio di giorni fa era sullo stesso genere, ma è più forte di me l'argomento mi sta a cuore quindi non riesco a girare la testa dall'altra parte.
Si tratta de "La Sarta di Dachau" di Mary Chamberlain, definito un caso editoriale nonostante riporti fatti non del tutto esatti dal punto di vista storico, è stato molto apprezzato sia dai lettori che dai librai inglesi, tradotto in ben 26 Paesi.
E' la storia di una giovane ragazza che riesce a sopravvivere alla guerra grazie alla sua determinazione a non lasciarsi piegare dagli eventi, continuando invece a lottare anche quando tutto sembra perduto aggrappandosi con tenacia alla sua unica ancora di salvezza: la sua abilità come sarta.
Inutile dire che è già nella mia wish list!
di
Mary Chamberlain
Editore: Garzanti
Titolo originale: "The Dressmaker of Dachau"
Pubblicazione: 14 gennaio 2016
320 pag.
Prezzo: 16,90 euro
CONTENUTO:
Londra, 1939.
Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle.
Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all’unica cosa che le rimane, il suo sogno. L’unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo.
Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello della sua carriera. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi. Sarà l’abito da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer…
Felice cara la mia Debora che tu abbia ritrovato lo smalto d un tempo e abbia decorato la casa..Niente di niente, vedevo alla sera le altre case illuminate come quando erano nell'aria i tempi belli, ma io nuda e ferma nelle mie intenzioni. Buio in casa e buio in giardino..Nulla di nulla. Chissà che non mi scatti il prillone all'ultimo momento ..
RispondiEliminaInteressante il libro non lo conoscevo.
Bacio bella amica mia!
Cara Nella, ti capisco perfettamente...ho provato quella stessa sensazione per un bel pò, il buio nel cuore, la quasi avversione per tutti quegli addobbi...fondamentalmente perchè non lo si sente dentro... Spero che prima che giungano le Feste riuscirai a risentire quella scintilla... Buona giornata mia cara! :)
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