In questi ultimi giorni ho conosciuto tanti altri blogger grazie all'iniziativa Sotto l'albero 2.0 ed è stato splendido, confrontarsi, leggere opinioni differenti, persone diverse, ma tutte con la stessa passione per la lettura, quindi credo che la cosa principale di questa iniziativa sia stata - al di là dei piccoli desideri esauditi - il poter stringere nuove amicizie, anche se virtuali.
Ed è grazie a questo che è nata una collaborazione, è stato semplice, è bastato a ognuno guardare il lavoro dell'altro per ritrovare qualcosa di se. E questo ci ha spinto a provare a mettere insieme ciò che ci appassiona: la mia arte con il racconto scritto da Giuseppe Romeo del blog Le mie parole.
Anche se in genere tengo separati il mio lavoro come illustratore da questo angolino dedicato ai libri, ho pensato che era giusto che avesse un posto qui.
Ed ora senza ulteriori indugi:
"Memento Mori"
Autore: Giuseppe Romeo (Le mie parole)
Illustratore: Debby (Debby's Illustrations)
Quel giorno
ero rilassato e felice, tranquillo come poche volte in vita mia. Stavo
lavorando nel mio giardino, prendendomi cura delle mie care rose. Alzai lo sguardo
dopo aver reciso una rosa, a quel punto la vidi. Un figura nera, ricoperta
interamente con un mantello d'ombra.
Era pieno giorno, ma quello strano tessuto
assorbiva la luce del sole, creando uno strano effetto.
Come se quella creatura
si trovasse in una oscura notte.
Alzò il dito
indicando me. Vidi solo una piccola punta
bianca che spuntava dal mantello della notte.
Ebbi paura, come mai in vita mia!
Da quel
giorno la mia vita era finita. Restai sempre chiuso in casa, per la paura. Di
notte non riuscivo a dormire, e se stavo sveglio la sola cosa che sentivo era
il terrore più profondo.
Le mie rose
appassivano, per la mancanza delle mie cure. Sentivo la loro sofferenza, ma
mentre le guardavo dalla mia finestra, i miei occhi non facevano altro che
cercare quella figura. Vederla era spaventoso, ma non vederla era peggio.
Perché sapevo che era lì, in attesa.
Mi trasferii
in soffitta, per avere una miglior visuale del mio giardino. Dalla mia piccola
finestra osservavo tutto il giardino.
Un giorno
presi coraggio e andai in biblioteca. Volevo sapere di più su quella figura.
Presi alcuni
volumi, e mi misi a leggere. Riuscii a trovare alcune notizie, più per mia
fortuna che per abilità nel cercare. Persi la cognizione del tempo durante questa
mia ricerca. Si fece notte, e quando me ne accorsi sentii una fitta allo
stomaco.
Presi i
libri in prestito e corsi a casa, sentivo che era quello il mio posto. Come una
falena attirata dalla fiamma, io ero attirato dalla mia soffitta, il mio luogo
sicuro pensavo. Fino a quando...
Entrai di
corsa, senza accendere la luce poggiai il grosso libro che avevo in mano sul
tavolo. Fu lì che mi accorsi che non ero solo, non ne ero certo però.
Un
incertezza che durò solo pochi secondi, la figura nera era lì, con in mano un
teschio, sul quale c'era una lunga candela che si accese di colpo.
Ancora una
volta, il suo manto di oscurità assorbì ogni raggio di luce che proveniva dalla
piccola fiamma.
Ma la
candela illuminò tutta la stanza.
Paralizzato
dal terrore non mi mossi, aspettando che fosse lei a fare una mossa.
Posò il
teschio sul mio libro. Dopo di che tirò fuori una clessidra. La rigirò e la posò sul tavolo.
Guardai la
sabbia scorrere lentamente, un sottile filo di granelli dorati, che cadevano
senza fermarsi.
Era il mio
tempo.
Non mi
restava poi tanto.
Alzai gli
occhi alla ricerca di quella figura, ma non c'era più, ero solo.
A quel punto
non senti più niente dentro di me, ne paura ne disperazione.
Mi diressi
fuori, verso il mio giardino. Le rose erano quasi tutte appassite, solo una era
ancora semi chiusa, in attesa di sbocciare. La presi, staccandola con le mani.
La portai
con me di sopra. E mi sedetti al tavolo con la rosa in mano. La mia ultima
notte di vita la trascorsi così. Contemplando alla flebile luce della candela,
quella rosa. Mentre da fuori una falena tentava di entrare per avvicinarsi alla
fiamma. Ma più il tempo passava, più la fiamma perdeva la sua luce. Così come
la mia vita. Fino a quando non giunse la fine, e l'ultimo granello cadde.
SPERO VI PIACCIANO ENTRAMBI...
Wow. Questo racconto di Giuseppe basato sulla macabra ma bellissima illustrazione di Deb é qualcosa di fantastico! Se leggendo le storie narrate da Giuseppe le ho trovate molto vivide, mischiato con il talento di Deb é ancor più visivo e permette al lettore di collegare i vari spunti menzionati nella vicenda. Voi due, dovreste collaborare più spesso per questo genere di cose :D Complimenti a entrambi!
RispondiEliminaGrazie infinite per le tue sincere parole :) E speriamo sia la prima di una lunga serie...
EliminaPrima collaborazione, mi sembra sia uscita bene no?
RispondiEliminaSpero di migliorare allora, e tenere il passo.
Ho pubblicato anche io, spero di far conoscere ancora di più la tua arte.
Credo proprio di si! :) Spero di riuscire a stare io al tuo passo! Grazie...
EliminaCome ho già detto nell'altro blog è stata una bellissima idea e complimenti anche per il disegno ^-^
RispondiEliminaGrazie Avid!
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