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sabato 13 ottobre 2012

In Libreria: "LA MANO SINISTRA DI SATANA"

Ultimamente, grazie a qualche libro e a qualche serie televisiva, ho scoperto il fascino per la Londra di fine ottocento,  in particolar modo per il lato oscuro di questa citta' che sembra catturarmi nella sua spirale di mistero e delitti irrisolti. Cosi' ho pensato di proporvi un libro che rispecchia in pieno queste caratteristiche...ma giudicate voi stessi...

di
Roberto Genovesi
Editore: Newton Compton
Pubblicazione: Aprile 2012
380 pag.
Prezzo: 9,90 euro

CHI PUÒ COMPRENDERE IL CODICE DI JACK LO SQUARTATORE?
CHI PUÒ PREVEDERNE LE MOSSE?
PREPARATEVI A UN VIAGGIO 
DI ANDATA E RITORNO DENTRO L'INFERNO.

CONTENUTO:

LONDRA, 1888. UN UOMO HA IL POTERE DI VEDERE EFFERATI DELITTI DEL PASSATO.
Wilfred Gayborg è infatti un investigatore diverso da tutti gli altri. È uno psicometrista capace di “vedere” la storia di un’arma del delitto stringendola tra le mani. Tutti a Scotland Yard lo guardano con sospetto per le sue azzardate tecniche d’indagine, che si muovono nella zona d’ombra tra scienza e magia. Eppure Gayborg, grazie alle sue inquietanti scoperte, che risolvono sorprendentemente ca- si di efferati omicidi, occupa le pagine dei quotidiani. È un uomo dal passato tragico, segnato dalla morte, un’ani- ma che vive nell’ombra, non concede nulla ai sentimenti e si mischia solo con le prostitute che popolano le vie della Londra notturna e più povera. Proprio quelle prostitute su cui si sta accanendo un misterioso serial killer, che la cronaca ha ribattezzato col no- me di Jack lo Squartatore. E quando le vittime nei vicoli bui di Whitechapel cominciano ad aumentare, perfino i più scettici si convincono che Gayborg sia l’unico in grado di far luce sull’identità dello spietato assassino. Ma Gayborg deve fare presto, perché l’ombra di Jack si sta avvicinando pericolosamente all’unica donna che lui abbia mai amato.


BREVE ESTRATTO:

La carrozza si ferma improvvisamente. Il sussulto mi strappa al dormiveglia. Apro lo sportello per guardare fuori. È ancora mattina ma l’aria calda di un’estate ostinata che non vuole saperne di lasciare Londra mi fa quasi mancare il respiro.
«Che succede adesso?», domando infastidito.
«La strada è bloccata». Riesco a stento a riconoscere la voce del vetturino neltanto vociare che si è levato improvvisamente attorno alla carrozza. Scendo, soffocando un’imprecazione. Attraversare Whitechapel per guadagnare tempo mi farà arrivare in ritardo all’appuntamento.
I cavalli scalpitano innervositi di fronte a un assembramento di gente che sembra volersi infilare a forza in uno dei vicoli. Sospiro e mi guardo attorno. Conosco a memoria queste strade. Il vizio sconsiderato delle notti di uno squattrinato.
Un poliziotto che sembra uscito dal nulla si fa avanti. Si ferma vicino alla carrozza. «Da questa parte non potete passare», dice rivolgendosi al vetturino, «almeno fino a quando non se ne sarà andato il medico legale».
«Che diavolo è successo?», chiedo sporgendomi.
«Ah, siete voi, non vi avevo riconosciuto».
«Non potete farli spostare? Solo per permetterci di proseguire. Sono terribilmente in ritardo». La mia non è una bugia, ma solo una facile previsione.
«Mi dispiace. Abbiamo ricevuto l’ordine di isolare la zona».


L'AUTORE:

ROBERTO GENOVESI è giornalista professionista, scrittore e sceneggiatore. È direttore artistico di Cartoons on the Bay, il festival internazionale dell’animazione televisiva e cross-mediale della Rai. Già vicedirettore di RaiSat Ragazzi, RaiSat Smash e RaiSat Yoyo, è stato coordinatore editoriale di Rai Gulp. Con Sergio Toppi ha realizzato le biografie a fumetti di Federico di Svevia, Carlo Magno, Gengis Khan e Archimede di Siracusa. È autore del romanzo Inferi On Net. Docente universitario di Teorie e tecniche dei linguaggi multimediali interattivi, è considerato uno dei maggiori esperti italiani di videogiochi. Il suo sito internet è www.robertogenovesi.com. Con la Newton Compton ha pubblicato con successo i romanzi La legione occulta dell’Impero romano e Il comandante della legione occulta.

BOOK TRAILER:





INTERVISTA ALL’AUTORE:

Come nasce l’idea de La mano sinistra di Satana? Da quali tuoi interessi prende spunto?
Qualche anno fa, in una libreria antiquaria, mi è capitato tra le mani un libro curioso: I misteri della psicometria, di Gustav Pagenstecher. L’autore, attraverso una serie di esperimenti, voleva dimostrare la capacità di alcuni soggetti di “entrare in contatto con le cose” e di risalire tramite questi “conduttori” alle persone che li avevano usati. La cosa mi ha incuriosito e ho cercato di procurarmi altri libri sull’argomento. Mi sono domandato come una facoltà così singolare potesse essere sfruttata in professioni non comuni come l’archeologia o addirittura l’attività investigativa. Così è nato il personaggio di Wilfred Gayborg. Ma non potevo e non volevo dare vita a un classico investigatore come ne avevo visti e “letti” tanti. Allora ho deciso di collocarlo nell’Inghilterra vittoriana, in un momento storico in cui scienza, tecnologia, politica ed esoterismo si sono intrecciati tra loro creando un mix esplosivo di atmosfere borderline tra la propensione al futuro e il fascino del passato. A quei tempi, tra il 1850 e il 1900, furono sperimentate davvero le prime tecniche investigative che oggi ritroviamo in serie tv come csi (impronte digitali, tracce ematiche nascoste, incisioni sonore sulle pareti, ecc.), ma allora chi se ne occupava veniva considerato una sorta di fattucchiere. Raccontare questo tempo e questo mondo attraverso gli occhi di un personaggio messo al margine della società benpensante del tempo ma al contempo necessario ai suoi meccanismi, poteva essere una sfida affascinante.

Come ti sei documentato per riuscire a scrivere della Londra dell’Ottocento?
La Londra dell’Ottocento non è uno scenario che mi è nuovo. Sia come scrittore che come master di giochi di ruolo. Quando devi costruire uno scenario per un gruppo di giocatori hai l’obbligo di documentarti per renderlo il più credibile possibile e nel mio background ci sono centinaia di partite a Call of Cthulhu, il gioco di ruolo ispirato ai romanzi di Lovecraft, che sono prevalentemente ambientati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, oltre che la lettura di tutti i romanzi di Dickens le cui atmosfere mi hanno sicuramente influenzato. A questo vai ad aggiungere la tecnica collaudata nei miei precedenti romanzi storici che prevede, prima della stesura del testo, almeno sei mesi di letture e di appunti. In particolare ho ricostruito tramite documenti dell’epoca, le mappe di Londra, della metropolitana e dei principali luoghi in cui il romanzo è ambientato come il British Museum, il quartiere di Whitechapel o la Torre di Londra. L’unica digressione parziale che mi sono concesso è stata quella di non riprodurre pedissequamente il linguaggio parlato dell’epoca perché in realtà ogni tempo ha il suo gergo e nella contemporaneità nulla riflette un profumo di antico. La gente alla fine dell’Ottocento parlava la lingua del tempo, non una lingua più forbita o barocca. Io ho cercato di comunicare il senso della realtà, come se il lettore fosse calato naturalmente nelle atmosfere vittoriane e non fosse obbligato a un viaggio forzato nel tempo.

Come nascono le tue storie, soprattutto dal punto di vista dell’ambientazione storica? Sono i personaggi che prendono forma per primi o il contesto storico in cui sono calati?
Credo che seconsideriamo la somma delle vicende narrate nella Bibbia, nell’Odissea e nella Divina Commedia, abbiamo il compendio di tutti i plot possibili e immaginabili. Dunque un bravo scrittore dovrebbe cercare di raccontare queste storie con originalità, mutando i punti di vista, giocando sui dettagli, sulle atmosfere e su situazioni che siano in grado di sorprendere il lettore. Se io racconto di un tipo losco che entra in una banca per fare una rapina non comunico al lettore nulla di nuovo ma se gli racconto che un tipo losco entra in una banca e si trova a sventare una rapina compiuta da un ragazzino di dieci anni allora forse un po’ l’ho sorpreso. Questo è il meccanismo alla base dei miei romanzi. In alcuni casi sono venuti prima i personaggi, in altri prima il contesto storico. In tutti i casi c’è la sfida a raccontare qualcosa che riesca a sorprendere prima di tutto me. Solo in questo modo sono davvero sicuro che riuscirò a sorprendere anche i miei lettori.




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