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mercoledì 17 giugno 2015

Oggi dopo quattro giorni credo di essere tornata un pò in me - e forse neanche tanto -  non so nemmeno da dove cominciare, però c'è una frase di un libro letto da poco che mi risuona continuamente in testa, come se adesso finalmente ne capissi realmente il senso. 
Questo libro parla della perdita di una persona cara e di come questo segni una linea nella propria vita, un punto netto, perchè esiste un prima e un dopo quel momento...in cui niente sarà come prima.
Certo mi sono alzata la mattina ma non riuscendo a trovarne il senso o le risposte alle mie domande, non più ormai, ho preferito di nuovo il torpore dell'oblio per eludere il dolore.
Ma con mia grande amarezza non sempre è possibile rifugiarsi nel sonno, la mente tira brutti scherzi e spesso rifiuta la sana incoscienza per un martellante ronzio di pensieri.
Niente sembra scacciare la tristezza e quel peso sul cuore sembra non riuscire ad alleggerirsi, dopo aver pianto tutte le lacrime - o almeno è quello che credi - arrivano prepotenti i tanti infiniti "se" e i "rimpianti".
E questi ultimi credo, sono i peggiori perchè sai che non ti abbandoneranno più, forse con il tempo farai finta di non sentirli ma sei consapevole che non potranno essere espiati.
E se per un momento ti accorgi di non averci pensato ti odi perchè pensi che non sia giusto, che non te lo meriti, che quella persona non c'è più e che quindi non esiste motivo perchè tu dovresti continuare la tua vita come se nulla fosse.
C'è chi dice che la morte è sempre uguale...non lo credo, ci sono infiniti fattori che regolano questa grande equazione di cui è composta la vita, e la parentela non è uno di questi, ma il tempo che quella persona avrebbe ancora potuto anzi dovuto vivere sicuramente lo è.
L'accettazione dicono che poi arrivi, mi chiedo quando e se è questo quello che voglio, nell'istante in cui l'accetti è come dimenticare e questa non è un'opzione.
Continuo a pensare per quale assurdo motivo credevo di avere più tempo - perchè alla fine tutto gira intorno a questo - e non mi do pace perchè quella insulsa flebile fiammella di speranza che nutrivo non mi ha fatto valutare la realtà per ciò che era, non permettendomi di sfruttarne a pieno quel poco che avevo, allungando invece la mia già lunga lista dei rimpianti.
Quante parole vengono spese in queste situazioni, ma sono solo suoni che cadono nel vuoto, sillabe che non hanno nessun valore e che certo non riescono a consolare e ti chiedi se esista qualcosa che può farlo...
...Dicono che il tempo sia la soluzione...non lo so...non ne sono certa.




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