Lily ha lasciato una Moleskine rossa piena di piccole sfide tra gli scaffali della sua libreria preferita. Dash, che si ritrova a casa da solo per le vacanze di Natale, entra in libreria in cerca della compagnia di una buona lettura... e si ritrova in mano questo piccolo taccuino rosso. Iniziano a passarsi segretamente il diario in una New York tutta neve e lucine. Riuscirà la loro relazione a distanza a rimanere così autentica anche di persona o questa speciale caccia al tesoro finirà in una disastrosa incompatibilità? Questa è la vera sfida.
RECENSIONE:
Ho ricevuto una mail dell'ufficio stampa della HarperCollins per l'uscita in contemporanea della serie di Netflix, dedicata appunto al libro di David Levithan e Rachel Cohn con la ripubblicazione, in una nuova veste grafica, anche del libro stesso.
Ma non potevo aspettare, leggendo la trama avevo deciso che avrei letto per prima cosa il libro.
Ovviamente non ho trovato subito l'edizione precedente, ma semplicemente perché aveva un altro titolo ovvero "Come si scrive ti amo" pubblicata nel 2010 dalla Mondadori.
A dir la verità non so il perché del titolo differente, ma col senno di poi "Dash & Lily" e' sicuramente una scelta migliore.
Ho letto il libro e visto la serie - cosa che non capita sempre e comunque mai in concomitanza tanto da parlarne in un'unica recensione - ma stavolta ne è valsa la pena!
Mi sono piaciuti entrambi anche se ad essere più precisa potrei dire che si sono completati a vicenda, almeno secondo il mio parere, l'uno ha esaltato o corretto delle particolarità dell'altro, alla fine in un connubio perfetto.
La storia di base m'intrigava molto, l'incontro tra questi due ragazzi, due anime affine che si mettono a nudo pur essendo dei perfetti estranei, tra le pagine di una Moleskine rossa lasciata tra gli scaffali di una libreria.
Quante probabilità avevano?
Eppure li accomunava l'amore per la lettura e le poesie, soprattutto per i classici, "Franny e Zooey" di Salinger e' il loro preferito; per loro questa libreria, dove puoi perderti in un dedalo di scaffali stracolmi di libri alti fino al soffitto, e' casa.
Affidano alle parole le loro emozioni e i sentimenti celati al mondo, che si marchiano a fuoco sui fogli bianchi di questo taccuino.
In questo scambio li spinge una sfida: il mettersi alla prova andando in luoghi o facendo cose che altrimenti non avrebbero mai sperimentato, ma che comunque li fa conoscere ed avvicinare sempre di più, solo per recuperare questo antiquato ma prezioso mezzo di comunicazione.
E un'esperimento nato per gioco si trasforma in qualcosa di più profondo nel corso dei messaggi che si scrivono.
Nel libro ho amato il personaggio di Dash, un ragazzo introverso, molto riflessivo che preferisce seppellire il naso tra i libri che uscire a divertirsi.
D'altro canto non che non mi sia piaciuta Lily, capisco il fatto che sia una solitaria che preferisce la compagnia degli adulti ai suoi coetanei perché con loro si sente sempre fuori posto, ma i suoi dialoghi mi sono parsi un po' infantili considerando che ha diciassette anni.
Forse gli autori volevano sottolineare il fatto che fosse cresciuta come sotto una campana di vetro, circondata solo dalla sua numerosa e particolare famiglia.
Nella serie e' più intraprendente e determinata, quindi in conclusione preferisco di gran lunga la Lily del telefilm.
E poi l'ambientazione...una New York scintillante, addobbata a festa nel periodo più magico dell'anno: "il Natale". Ne ho sentito il calore attraverso le parole, mi è sembrato di ascoltare i canti natalizi e lo scampanellio dei Babbo Natale agli angoli delle strade. Ho percepito l'odore dei biscotti appena sfornati tipici di questa festività, ho sentito il brusio delle persone concitate alla ricerca del regalo perfetto e poi l'ho potuto vedere con immagini reali che, mentre guardavo gli episodi, sostituivano mano mano le istantanee nella mia testa.
E anche se la descrizione nel libro e' più dettagliata e coinvolgente le forme ed i colori nitidi dei fotogrammi hanno reso vivida ogni sensazione suscitata dalle parole.
Ovviamente, come succede per ogni trasposizione, ci sono sempre delle incongruenze, alcune che apprezzi altre meno, ma è la prima volta che non rimango delusa per questo.
Consiglierei entrambi?
Assolutamente si!
Rimarrete affascinati dalla città che non dorme mai ancora più sfavillante e vi appassionerete ad una storia particolare, che è un po' un'avventura e che, sotto sotto molto probabilmente, piacerebbe vivere a tutti.
Voto: 4 stelline
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