RECENSIONE:
Grazie alla casa editrice De Agostini ho avuto modo di leggere in anteprima "Il fabbricante di giocattoli", nelle nostre librerie dal 31 gennaio.
Trattandosi di un libro che parla anche dell'Olocausto ho pensato che non ci fosse giornata migliore per pubblicare la mia recensione.
Ho specificato la parole "anche" perché in questa storia impariamo a conoscere oltre ad Arkady che fu rinchiuso ad Auschwitz, anche altre persone legate a lui: Adam suo nipote, sua moglie Tess e il medico delle SS Dieter.
In un primo momento la lettura ti lascia un po' esterrefatta, perché con un linguaggio crudo e diretto ti parla delle debolezze di Adam mettendoti davanti un personaggio freddo, cinico e senza scrupoli, che non ti aspettavi trattandosi di un libro del genere.
E mentre la vita di Adam si snoda tra scelte sbagliate e comportamenti discutibili, il passato di Arkady riaffiora con tutta la sua forza attraverso dei flashback che riportano a galla dolorose verità ormai dimenticate, atrocità chiuse nella memoria dei sopravvissuti o solo nei libri di storia, realtà impossibili da concepire ma comunque esistite.
Ti affezioni a quest'uomo che per il solo fatto di essere stato diverso fu deportato, che ha cercato nel suo piccolo di aiutare dei bambini innocenti e che nonostante l'evidenza si è fidato di un nazista.
Lo vedi sopravvivere a dispetto di tutto e questo sembra accendere in te una piccola fiamma di speranza per un futuro migliore, fino a quando il finale ti riporta con i piedi per terra lasciandoti senza parole e con un grosso vuoto dentro.
Profondamente arrabbiata perché consapevole che nonostante sia un'opera di fantasia niente potrebbe essere più vicino alla realtà...magari per più volte di quanto si immagini.
E noi società non possiamo farci nulla...
Voto: 4 stelline
Profondamente arrabbiata perché consapevole che nonostante sia un'opera di fantasia niente potrebbe essere più vicino alla realtà...magari per più volte di quanto si immagini.
E noi società non possiamo farci nulla...
Voto: 4 stelline
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