Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

sabato 17 settembre 2011

Anteprima: "YURUTSUKI"

di
A.A. V.V.
Curato da: Writer’s Dream
203 pag.
Formato: ePub 1,99 euro 
(acquistabile anche subito "qui" )
Formato cartaceo pubblicazione: 15 ottobre 2011


ESSENDO RIMASTA PIACEVOLMENTE COLPITA DAL GENERE 
"FANTASY ORIENTALE" 
NON POTEVO NON PRESENTARVI  QUESTA NUOVA ANTOLOGIA,
COMPOSTA DAGLI 8 RACCONTI VINCITORI DEL CONCORSO YURUTSUKI
- INDETTO DALLA WRITER'S DREAM -
CHE LO RAPPRESENTA APPIENO
TRA CUI TROVIAMO LA SCRITTRICE FRANCESCA ANGELINELLI
CHE MI AVEVA STREGATO CON IL SUO LIBRO
"KIZU NO KUMA"


C’era una volta in Oriente…


Immaginate di essere davanti al fuoco e di vedere, nel calore che fa tremare l’aria davanti a voi,
 il Giappone feudale e la sua magia. 
In quest’epoca d’onore, di rispetto, d’amore e di guerra, sono ambientati gli otto racconti di questa raccolta, dove la solita magia è bandita.
Yurutsuki è la luna che oscilla tra una stagione e l’altra,
 osservando lo scorrere del tempo e il cambiamento che porta negli uomini.
Yurutsuki è l’unione delle quattro stagioni – Fuyu, Haru, Natsu e Aki – ed è il potere della Luna.



I RACCONTI:


La volpe e il vulcanoLaura Schirru (# 8)

Laura Schirru ci fa immergene completamente nell’atmosfera del Giappone feudale, in una storia narrata dal punto di vista non degli eroi e dei guerrieri, ma da quello degli umili e dei popolani, dove i samurai fanno la parte dei cattivi, mettendo in luce il contrasto tra crudeltà e bellezza che contrattistingue la cultura di questo affascinante paese.
Un mondo vivo e un’ambientazione resa in modo estremamente realistico dove si muovono gli esseri soprannaturali della tradizione giapponese. Tra tutti spicca il demone volpe, con le sembianze di una bellissima donna, allo stesso tempo creatura crudele e madre protettiva.
Un racconto dai toni epici che cattura e trascina il lettore in un crescendo di tensione fino al magico finale.
Una storia che ha il profumo di sangue, zolfo e fiori di ciliegio.



Mitsuki Eleonora Corelli (# 7)

Eleonora Corelli riesce a insinuare nel lettore il tarlo nel dubbio fin dal principio, a far venire la pelle d’oca e a far leggere un testo talmente velocemente da far domandare se sia realmente esistito. L’amore, filo conduttore di tutto il racconto, viene narrato come una sorta di droga che rende tutto talmente ovattato da confondere lo stesso protagonista e il lettore, trascinato in una spirale di sentimenti tanto forti ed espressi talmente in profondità da uscirne scombussolato. In un momento di lucidità, un po’ come il protagonista della vicenda, ci si domanda che cosa ci sia dietro ma, giunti alla fine, la narrazione è talmente veloce e prepotente da doverci prestare attenzione per forza per non perderne il filo, trovandosi di fronti a una realtà dei fatti sconvolgente e quasi allucinatoria. Trasportati dalla voglia di scoprire la verità, i lettori della Corelli rimarranno forse scioccati da un’autenticità tanto forte e ben descritta da rimanere intrappolati a loro volta nel mondo di una ragazza dai lunghi capelli color argento che passeggia fra i villaggi e che imprigiona chiunque ascolti il suo dolce canto.

“Indossava uno yukata color della neve appena caduta, decorato da una fantasia di usignoli intessuti con fili d’argento, che richiamavano il colore dell’obi che le stringeva la vita, legato sulla schiena in un nodo a farfalla. Non ebbi il coraggio di interromperne il canto. Restai semplicemente a bearmi della sua presenza finché non fu lei stessa ad accorgersi di me.”



Rami SecchiFrancesca Angelinelli  (# 6)


Con la sua terza opera in questa antologia, Francesca Angelinelli invita se stessa e i lettori a esorcizzare la paura della morte, con un racconto più calmo rispetto ai precedenti già presentati. Mentre i protagonisti proseguono percorrendo un lento cammino verso l’inevitabile, il tema delicato del trapasso viene affrontato con una dolcezza che rende l’opera quasi irreale e che, nel finale intuibile fin dal principio ma non per questo meno bello e apprezzabile, provoca un senso di abbandono profondo nel lettore, una volta che giunge la parola fine. La neve, unica testimone di molte ingiustizie in questo percorso, scende copiosa dal cielo coprendo chi come la Nonna decide di lasciarsi alle spalle una vita proficua e una famiglia adorata. Quando il lettore scende dalla montagna accompagnato dal protagonista, la Angelinelli ci fa capire come la vita sia breve e meravigliosa allo stesso tempo, di come molte cose verranno lasciate incompiute qualunque cosa si faccia per terminarle e di come bisogna andare incontro con un sorriso alla Vecchia Signora, ricordandosi dei tanti anni passati in mezzo alla gente e alle persone che si amano. Come accaduto in questo racconto.

“Aveva settantanove anni e presto ne avrebbe compiuti ottanta. Era un grande traguardo per la gente delle montagne. Gente solida, coriacea, ma afflitta da una natura ostile: inverni gelidi, inondazioni, raccolti scarsi. Molti al villaggio però cominciavano a parlare alle spalle della Nonna. La chiamavano demone o strega. Forse per via del suo aspetto.”



Okutsu HimeFrancesca Angelinelli (# 4)


Quando le antiche credenze prendono il sopravvento, quando un amore ritenuto impossibile cerca di nascere dalle ceneri di un vecchio patto con un dio oscuro, quando un giovane reietto sfodera un coraggio che nessuno ha mai dimostrato ecco che nasce Okutsu Hime. In questo racconto, Francesca Angelinelli, unisce elementi fantastici e vecchie tradizioni di un popolo del mare per crearne uno stupefacente racconto dai risvolti tragici ma dal finale dolce e speranzoso, che lascia intravedere la voglia di creare una nuova era rimanendo fedele alle tradizioni e alle credenze che hanno reso speciale il popolo nipponico. Mentre gli uomini del mare si accingono a mantenere il patto con il loro dio e un uomo farà di tutto per impedirlo, per salvare e far felice la donna che ama, lo stile dettagliato e allo stesso tempo veloce della Angelinelli ci permette di infiltrarci in incognito in questo magico racconto, per vederlo terminare come se fossimo tra le file dei protagonisti, o direttamente fra le onde del mare.

“L’uomo suonò le ultime note acutissime, simili a un richiamo triste e accorato, poi tutto si placò, cadde un profondo silenzio e io, sopraffatto a mia volta, trattenni il respiro insieme al popolo di Hekura.”



Il costruttore di spadeGiorgia Rebecca Gironi (# 1 )

Un racconto che punta al prendere di sorpresa i lettori (e che ci riesce fin dal principio), un utilizzo magnifico degli elementi e delle credenze di un popolo affascinante e ricco di spunti per scrivere un racconto di forte impatto ma rimanendo comunque semplice e leggibile anche a chi non ha una cultura vasta in questo campo. La narrazione prosegue veloce, nel raccontare la vita di un giovane armaiolo taciturno chiamato Hakumaku, “il magro”. Con il passare del tempo, il suo maestro gli diede la possibilità di fabbricare la sua prima katana ma a questa, una volta costruita e se pur perfetta all’apparenza, mancava qualcosa: un’anima, ed è proprio da qui che inizia la nostra storia. Una piccola perla che narra, anche metaforicamente, di come l’amore possa abbagliare tanto da far vedere ogni cosa distorta, sia in bene che in male, ma anche di come ci si possa riprendere la propria vita e espiare i propri errori durante il corso di essa. Uno stile veloce, una narrazione incalzante e un finale a sorpresa, che lascia i lettori con un nodo alla gola tutt’altro che spiacevole, mentre la figura di una donna dai capelli rossi sembra comparire anche davanti ai loro occhi, come a quelli del protagonista, vestita di uno splendido kimono e circondata una meravigliosa luce dorata.

“Discese una collina e risalì un’altura, poi procedette in piano per un lungo tratto. Non avrebbe saputo dire dove si trovasse, quando scorse Lei.




O-bon Francesca Angelinelli (# 5)


L’O-bon è una ricorrenza giapponese che si svolge tra il 13 e il 16 agosto. Viene anche chiamata “Festa delle Lanterne” ed è un’antica celebrazione Buddista in onore dei defunti.L’O-bon è anche la festa che fa da sfondo a un altro splendido racconto di Francesca Angelinelli. Condito da una vendetta senza tempo, da un ronin dall’aspetto duro e dilaniato dalla perdita della sua famiglia ma con il preciso intento di tenere fede alla promessa fatta al suo signore, la Angelinelli ci catapulta in un mondo magico ma tutt’altro che tranquillo. Mentre con pazienza il protagonista aspetta di potersi ricongiungere ai suoi cari, i lettori sono risucchiati da una narrazione veloce e incalzante che fino all’ultimo tiene tutti con il fiato sospeso. Tenendo i lettori sul filo del rasoio fino all’ultimo, Francesca Angelinelli scrive un finale che sarà talmente sorprendente da lasciare tutti a bocca aperta dallo stupore e la gola secca per la commozione mentre, ancora una volta, la mattina dopo la festa dell’O-bon ricomincia.

“Nella notte in cui i defunti tornano sulla terra, la nobile Himegimi era forse giunta nel luogo del suo trapasso con un infernale corteo? Saburo era deciso a scoprirlo e, senza indugiare oltre, mosse il primo passo oltre la soglia del regno dei morti.”




La luna d’invernoTina Caramanico (# 2)


Yuki (in giapponese “neve”) di nome e di fatto è la protagonista di un racconto horror particolare, capace di risultare anche dolce e straziante. La vita di una donna che non riesce a staccarsi dalla propria esistenza ormai passata, un marito che non vuole arrendersi all’evidenza dei fatti e una tiepida neve che ricopre tutti con il suo manto bianco e spettrale, nel narrare i fatti di una vita ormai conclusa con un finale tragico ma che non poteva essere altrimenti. Yuki va avanti trascinandosi dietro una scia di orrore e disperazione, nel tentativo di non abbandonare ciò che ha costruito in tanti anni ma da cui dovrà inevitabilmente separarsi per percorrere una strada nuova. Un horror, quello di Tina Caramanico, dai risvolti psicologici sottili ma dall’impatto immediato che genera confusione e che porta a chiedersi se non si abbia interpretato male il racconto, visti i personaggi particolari e un finale amaro e pungente, che lascia incognite e dubbi che non saranno mai rivelati. Mentre ancora la neve sembra giocare con la vita delle persone, coprendole di un bianco candido e omicida, la figura di una donna pallida e dall’aspetto demoniaco passa nella vita delle persone come un lampo.

"E invece ora, all'improvviso, quei movimenti quasi automatici erano diventati cio' che la trattenevano dall'ignoto, e dall'oscuro. Ma non finisce tutto cosi', di colpo. C'e'e il tempo di dire addio."



La sacerdotessa delle ombre Fabio Teotto (# 3)

Un testo delicato, un po’ come i fiori di rosa che alla fine avvolgono la protagonista: una coraggiosa Sacerdotessa che combatte oscure anime maligne, divoratrici di uomini e comandate da chi non avrebbe nemmeno mai sospettato. Notti di luna piena che fanno da sfondo a una battaglia piena di colpi di scena, a vecchie conoscenze che si ripresentano e a ripensamenti che danno il via a un finale dal tocco malinconico. Un uso originale degli elementi fantasy e di Yurutsuki, una primavera alle porte e una speranza che sembra nascere dalle ceneri di una battaglia ormai conclusa. Fabio Teotto ha il pregio di concentrarsi sui dettagli che potrebbero reputarsi insignificanti ma che danno la particolarità a un testo brillante già di suo, rimanendo comunque leggero e facile da leggere. L’amicizia, l’amore e la voglia di riscatto di chi ha sentito sulla sua pelle il dolore di essere escluso sono gli elementi determinanti di un racconto fantasioso e tutto da leggere.
“Quello che era successo nel villaggio era una vera catastrofe, e solo qualcuno che sapeva intercedere con gli Dei e praticare le arti magiche poteva spiegare quella disastrosa situazione.”

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