Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

sabato 3 settembre 2011

Recensione: "VORREI CHE FOSSE NOTTE"

di
Gisela Scerman
Editore: Elliot Edizioni
Pubblicazione: Marzo 2009
153 pag.
Prezzo: 14,00 euro

Un romanzo di formazione, la storia di un bambino che cerca di sopravvivere in un mondo di adulti, 
antico e crudele.

CONTENUTO:

Il bambino che racconta la vicenda cresce in una famiglia senza amore. In un paesino di montagna in Veneto, trascorre un’infanzia solitaria, candida e trepidante, tra adulti teneri e infernali, vecchi severi e chiusi come pietre, e coetanei alla perenne ricerca dell’agnello sacrificale. Né la maestra, che lo vittimizza con dei brutti voti, né i suoi genitori, sbandati e sparpagliati in giro per il mondo, né sua nonna – una donna che ha attraversato la guerra ma sembra non aver imparato nessun sentimento di tenerezza o compassione – gli sono di aiuto e conforto. Il bambino cerca di ricostruire tramite i racconti della madre e dei vicini le origini del posto e anche le sue – storie di crudeltà familiari accettate passivamente, drammi di donne che come bestie vanno a testa bassa verso il macello che le aspetta – mentre con le serrande della sua camera calate si protegge dalle lance infuocate del sole e della vita. Aspra e malinconica saga familiare, Vorrei che fosse notte racconta in modo lirico e visionario un mondo antico e crudele visto con gli occhi di un bambino, un abbozzo d’uomo che non sa ancora nulla, ma che è pronto a passare attraverso il dolore della conoscenza, alla scoperta della passione e del male.

L'AUTRICE:


Gisela Scerman vive in Emilia dove lavora come modella presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha pubblicato Piero Ciampi. Una vita a precipizio (Coniglio editore, 2005) e La ragazza definitiva (Castelvecchi, 2007). Questo è il suo terzo libro.

RECENSIONE:

Un romanzo davvero particolare, vissuto e narrato con gli occhi di un bambino, che attraverso una scrittura semplice e un po' confusa, come un susseguirsi di vecchi fotogrammi, ti racconta la sua vita e di tutte le persone che in qualche modo ne fanno parte.

Senza nessuna malizia, ne giudizio con una resa disarmante tipica della sua eta', illustra com'e' sopravvivere nella sua famiglia, nel costante terrore del proprio zio, nella totale assenza della madre - troppo impegnata a vivere all'estero per preoccuparsi del proprio figlio - nel vivere ogni giorno come sospesi in un tempo passato, tra persone troppo stanche e vecchie per andare avanti;  ma soprattutto nella mancanza di affetto, di quell'amore incondizionato in cui dovrebbe crescere un bambino, a cui purtroppo ha dovuto abituarsi.

E così man mano che si susseguono le pagine ti rendi conto di come sia facile rubare l'innocenza, la spensieratezza e la voglia di vivere ad un ragazzino che non ha chiesto niente...neanche di venire al mondo.


Voto: 3 stelline e 1/2


Nessun commento:

Posta un commento