Manco da così tanto che a malapena ricordo come si scrive un post (scherzo!) ma è parecchio. Nel frattempo tanto è cambiato: la nostra vita per esempio e forse il mondo intero, ma qualcosa di costante e duratura è rimasto..."La Lettura".
Perciò vi presento un libro vivace, disarmante e colmo di tenerezza "I cent'anni di Lenni e Margot", un romanzo che racconta di un'amicizia fuori dal comune e del segno indelebile che lasciamo nelle vite degli altri.
RECENSIONE:
Qualcuno
potrebbe pensare che nutro una profonda ossessione per le storie strappalacrime
a tema “malattie terminali” e forse in fondo in fondo è vero ma ne ho bisogno,
in questo periodo della mia vita ho bisogno di questa sorta di solidarietà
letteraria – si può dire? – in cui non sentirmi sola.
Quindi ecco
“I cent’anni di Lenni e Margot” di Marianne Cronin un libro sulla fine, ma
anche l’inizio, di due persone estremamente diverse, agli antipodi della loro
vita ma accomunate dallo stesso triste destino.
L’una molto
giovane, all’inizio del suo viaggio chiamato vita, l’atra quasi al capolinea.
Differente
da quello che ci si aspetterebbe, questo romanzo va al di là della malattia,
certo il suo spettro aleggia costantemente sulle pagine, ed è il motivo per cui
Lenni e Margot s’incontrano, ma impariamo a conoscerle attraverso i loro
ricordi, flashback della loro vita che l’una affida all’altra attraverso le
parole e i disegni di un progetto in cui entrambe trovano la forza per accettare
l’inevitabile.
Man mano che
si raccontano cresce e si rafforza il loro legame di amicizia: Lenni vive
attraverso le parole di Margot e Margot trova in Lenni la figlia che non ha mai
avuto.
Seppur
improbabile, considerando la differenza d’età che le separa, il loro rapporto è
speciale, unico, testimone del fatto che si può trovare un’anima affina quando
meno te lo aspetti in persone che nemmeno immagini.
Quando
giungi all’epilogo ti ritrovi con gli occhi lucidi, incapace di non versare
qualche lacrime, ed è inevitabile che sia così ma ti rendi anche conto che la
scrittrice è stata molto brava a catturarti con queste due donne forti e
coraggiose.
Un libro
sulle varie sfaccettature dell’amore che sa catturarti dalla prima all’ultima
pagina.
Lily ha lasciato una Moleskine rossa piena di piccole sfide tra gli scaffali della sua libreria preferita. Dash, che si ritrova a casa da solo per le vacanze di Natale, entra in libreria in cerca della compagnia di una buona lettura... e si ritrova in mano questo piccolo taccuino rosso. Iniziano a passarsi segretamente il diario in una New York tutta neve e lucine. Riuscirà la loro relazione a distanza a rimanere così autentica anche di persona o questa speciale caccia al tesoro finirà in una disastrosa incompatibilità? Questa è la vera sfida.
RECENSIONE:
Da dove comincio? Probabilmente dal principio...
Ho ricevuto una mail dell'ufficio stampa della HarperCollins per l'uscita in contemporanea della serie di Netflix, dedicata appunto al libro di David Levithan e Rachel Cohn con la ripubblicazione, in una nuova veste grafica, anche del libro stesso.
Ma non potevo aspettare, leggendo la trama avevo deciso che avrei letto per prima cosa il libro.
Ovviamente non ho trovato subito l'edizione precedente, ma semplicemente perché aveva un altro titolo ovvero "Come si scrive ti amo" pubblicata nel 2010 dalla Mondadori.
A dir la verità non so il perché del titolo differente, ma col senno di poi "Dash & Lily" e' sicuramente una scelta migliore.
Ho letto il libro e visto la serie - cosa che non capita sempre e comunque mai in concomitanza tanto da parlarne in un'unica recensione - ma stavolta ne è valsa la pena!
Mi sono piaciuti entrambi anche se ad essere più precisa potrei dire che si sono completati a vicenda, almeno secondo il mio parere, l'uno ha esaltato o corretto delle particolarità dell'altro, alla fine in un connubio perfetto.
La storia di base m'intrigava molto, l'incontro tra questi due ragazzi, due anime affine che si mettono a nudo pur essendo dei perfetti estranei, tra le pagine di una Moleskine rossa lasciata tra gli scaffali di una libreria.
Quante probabilità avevano?
Eppure li accomunava l'amore per la lettura e le poesie, soprattutto per i classici, "Franny e Zooey" di Salinger e' il loro preferito; per loro questa libreria, dove puoi perderti in un dedalo di scaffali stracolmi di libri alti fino al soffitto, e' casa.
Affidano alle parole le loro emozioni e i sentimenti celati al mondo, che si marchiano a fuoco sui fogli bianchi di questo taccuino.
In questo scambio li spinge una sfida: il mettersi alla prova andando in luoghi o facendo cose che altrimenti non avrebbero mai sperimentato, ma che comunque li fa conoscere ed avvicinare sempre di più, solo per recuperare questo antiquato ma prezioso mezzo di comunicazione.
E un'esperimento nato per gioco si trasforma in qualcosa di più profondo nel corso dei messaggi che si scrivono.
Nel libro ho amato il personaggio di Dash, un ragazzo introverso, molto riflessivo che preferisce seppellire il naso tra i libri che uscire a divertirsi.
D'altro canto non che non mi sia piaciuta Lily, capisco il fatto che sia una solitaria che preferisce la compagnia degli adulti ai suoi coetanei perché con loro si sente sempre fuori posto, ma i suoi dialoghi mi sono parsi un po' infantili considerando che ha diciassette anni.
Forse gli autori volevano sottolineare il fatto che fosse cresciuta come sotto una campana di vetro, circondata solo dalla sua numerosa e particolare famiglia.
Nella serie e' più intraprendente e determinata, quindi in conclusione preferisco di gran lunga la Lily del telefilm.
E poi l'ambientazione...una New York scintillante, addobbata a festa nel periodo più magico dell'anno: "il Natale". Ne ho sentito il calore attraverso le parole, mi è sembrato di ascoltare i canti natalizi e lo scampanellio dei Babbo Natale agli angoli delle strade. Ho percepito l'odore dei biscotti appena sfornati tipici di questa festività, ho sentito il brusio delle persone concitate alla ricerca del regalo perfetto e poi l'ho potuto vedere con immagini reali che, mentre guardavo gli episodi, sostituivano mano mano le istantanee nella mia testa.
E anche se la descrizione nel libro e' più dettagliata e coinvolgente le forme ed i colori nitidi dei fotogrammi hanno reso vivida ogni sensazione suscitata dalle parole.
Ovviamente, come succede per ogni trasposizione, ci sono sempre delle incongruenze, alcune che apprezzi altre meno, ma è la prima volta che non rimango delusa per questo.
Consiglierei entrambi?
Assolutamente si!
Rimarrete affascinati dalla città che non dorme mai ancora più sfavillante e vi appassionerete ad una storia particolare, che è un po' un'avventura e che, sotto sotto molto probabilmente, piacerebbe vivere a tutti.
La storia di una principessa
coraggiosa che si ribella
e non si arrende alla volontà del padre di
sposarla
e combatte per la sua libertà
RECENSIONE:
"Pelle d'Asino" è il nuovo volume della Collana di Classici Illustrati, di cui vi ho già parlato in questo post (qui ) diretta da Benjamin Lacombe, illustratore francese di notevole talento il cui lavoro è ormai conosciuto anche a livello internazionale.
Edizione di gran pregio con inserti in oro che evidenziano e mettono in risalto il netto contrasto con le illustrazioni in bianco e nero di Alessandra Maria.
La caratteristica principale di questa collana è la rivisitazione in chiave più moderna e fresca di racconti o favole che fanno parte dell'immaginario collettivo da tempo e l'assoluta libertà dell'illustratore selezionato nell'interpretare la storia che più lo rappresenta; scelta peculiare che dona ad ogni libro un legame particolare e molto soggettivo tra le parole e le tavole.
"Pelle d'Asino" ha origini molto antiche, si suppone addirittura che ci fosse un nesso con la storia mitologica di Saturno. Comparve nella raccolta di racconti fantastici - il "Pentamerone" - di Giambattista Basile pubblicata nel 1635, ripresa poi anche dai fratelli Grimm nel 1819 con il titolo di Dognipelo ma nel corso dei secoli Storie simili sono comparse in tutto il mondo, seppur con nomi differenti.
Devo confessare che non la conoscevo, ma l'ho letta con piacere, si riscontrano delle similitudini con Cenerentola, sia per quanto riguarda la presenza di una Fata Madrina che per la ricerca dell'amata da parte del principe attraverso non proprio una scarpetta ma un Anello di Cristallo.
A dire il vero è una favola che lascia un po' sconcertati: un padre in lutto per la morte della moglie che si ridesta dal suo dolore con la proposta di un nuovo matrimonio ma accecato dalla follia di rispettare le ultime volontà della consorte defunta (ovvero la promessa di scegliere una donna più bella di lei) si convince di non avere altra scelta che sposare sua figlia.
Ma ciò che lascia ancora più interdetti e l'assoluta indifferenza con cui viene accolta la notizia sia a palazzo (tra i consiglieri del re stesso) che tra i sudditi.
Nessuno che osi ribellarsi ad una tale decisione incestuosa, l'unica preoccupazione è che il re torni l'uomo che era, riportando il regno all'antico splendore.
Punto questo che la stessa autrice - Cécile Roumiguière - ha voluto sottolineare per portare il lettore a riflettere sul mondo in cui viviamo, che non è poi così differente se pensiamo al bullismo e all'omertà che ci circonda.
La ragazza, combattuta tra la ceca ubbidienza al padre e un matrimonio che le sembra profondamente sbagliato, viene poi aiutata dalla Madrina a fuggire.
Il suo personaggio è comunque descritto come forte, indipendente e con una notevole arguzia, certo molto diverso dalla solita damigella bisognosa d'aiuto che siamo abituati a trovare.
Alessandra Maria è un'artista statunitense che si ispira all'arte del Quattrocento e alle icone russe, la tecnica che la contraddistingue è un mix tra collage fotografico, disegno a carboncino e foglia oro.
"Pelle d'Asino" è il suo primo libro pubblicato, la rappresentazione del testo è molto personale con figure femminili eteree e poetiche che danno vita a immagini oniriche e surreali.
Nel complesso un libro molto bello che i più piccoli ameranno per una favola della buona notte che forse non conoscevano e che i grandi sicuramente apprezzeranno per la singolarità dei suoi disegni.
"Fantasmologia": libro interessante con un’edizione molto particolare, curata nei minimi dettagli, di quelli di altri tempi direi di una sfumatura viola, trama in pelle e inserti in argento, molto ricca che darà sicuramente quel tocco in più alla vostra libreria.
Ma non è solo questo che vi catturerà, la vera scoperta si trova al suo interno. Un caleidoscopio di lettere, messaggi, biglietti e riquadri nascosti che si alternano alle molteplici illustrazioni in bianco e nero e a colori dagli stili differenti, con una grafica accattivante e dinamica.
Lo sguardo è catturato da ogni dove, affamato di ogni particolare.
Una ricerca minuziosa nel passato, un testo dettagliato tra miti, leggende e superstizioni. Una piccola enciclopedia che cerca di dare risposte, a 360 gradi, su un argomento che da sempre affascina gli adulti e spaventa i piccini.
Per i più grandi alcune frasi faranno sorridere, altre corrugare la fronte per le informazioni inaspettate ma di certo la curiosità farà da padrona per questo album barra diario barra libro che contiene di tutto e di più.
Mentre per i più piccoli consiglio una lettura attenta e a piccole dosi, ma soprattutto con la luce accesa, ancor meglio se di giorno!
P.S. Guardate attentamente la pietra rossa dalle mille sfaccettature che si trova nella parte anteriore della copertina perché...con la luce giusta e il momento propizio, potrete scorgervi un qualcosa al suo interno. Ma non voglio anticiparvi nulla, lascio a voi l’ardito compito della ricerca.
IN ANTEPRIMA RISPETTO ALL’USCITA AMERICANA, PREVISTA PER FINE SETTEMBRE, IL NUOVO ROMANZO DI NICHOLAS SPARKS E' UN OMAGGIO DELL’AUTORE AI LETTORI ITALIANI: SI TRATTA DI UN ROMANZO SULLA RESILIENZA E LA RINASCITA, SULL’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA, DEI SENTIMENTI E DEL PASSATO.
RECENSIONE:
Avventurarsi per le storie di Nicholas Sparks è quasi una certezza, difficilmente incontri strade accidentate o impervie e lo dico con una certa sicurezza dopo aver letto ormai diversi suoi libri, anche se l'ultimo risale forse ad un anno fa - scelgo sempre questo periodo o comunque la fine dell'estate, come se ne avessi bisogno, per aiutarmi a staccare la spina. -
Con questo non voglio dire che siano frivole o leggere, certo non sono pietre miliari della letteratura ma se al suo attivo ha ben 22 libri e milioni di copie vendute in tutto il modo ci sarà un perché.
Racconta storie e sa farlo bene. Esplora i sentimenti, scendendo in profondità con un linguaggio scorrevole, pulito, le parole volano e la lettura corre veloce.
I suoi protagonisti sono ben delineati, con background sempre differenti, complessi, mai banali, in sintesi veri.
Probabilmente è per questo che amo leggere i suoi romanzi, non so mai cosa aspettarmi, con un finale mai scontato - perché il lieto fine non è assolutamente d'obbligo - ma il viaggio sì perché sai che sarà carico di emozioni, forse tristi, magari di gioia ma comunque che scaldano il cuore e ti fanno sentire parte della storia.
In questo romanzo - in cui si cela anche un piccolo mistero da risolvere - due persone con un passato molto difficile alle spalle si ritrovano, probabilmente in un momento sbagliato delle loro vite, ma il loro breve incontro, ciò che provano l'uno per l'altro è così forte che cambia tutto, così potente che gli permette di lasciar andare l'altro sapendo che è la cosa giusta, anche se ovviamente con una profonda pena nel cuore.
E tu ti ritrovi a fare il tifo per loro, a sperare che gli eventi trovino il loro giusto incastro, come in un grande puzzle in cui alla fine ogni più piccolo pezzo trova il suo posto, anche se a volte ci vuole tempo perché questo avvenga.
Si legge tutto d'un fiato, assaporando ogni pagina, con la consapevolezza che voltata l'ultima pagina starai già rimpiangendo di essere arrivato all'epilogo.