Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

martedì 29 dicembre 2015

"QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA": Il film...

Scusate l'assenza non sono stata molto bene, soffro di emicranie e in questi ultimi giorni sembrava che nella mia testa fosse scoppiata una guerra, per fortuna oggi c'è una specie di tregua. 
Come avete trascorso queste giornate natalizie? Io mi sono concessa un cinepanettone - ma non con i classici film di cui fa parte questa categoria, non potrei mai...è più forte di me - ho guardato "Quel fantastico peggior anno della mia vita" tratto dall'omonimo romanzo di Jesse Andrews - articolo qui - 
Premetto che non sono masochista ne in vena di film drammatici e nonostante sapessi dell'argomento trattato ero certa di andare sul sicuro.
La pellicola inizia con la voce fuori onda del protagonista Greg - peraltro presente per tutto il resto del film - che con fare irriverente e scanzonato, da adolescente introverso e un tantino asociale, all'ultimo anno di liceo, ci guida all'interno della storia. 
Fin qui tutto bene, difficile prendere sul serio l'argomento: il cancro di una sua coetanea, "quasi amica" - come la definirebbe lui - rassicurati anche dalle sue stesse parole che ci promettono un lieto fine. 
Senza nessun entusiasmo, più per dovere che per altro, i due iniziano a trascorrere del tempo insieme e nonostante l'aggravarsi della situazione il racconto non è mai incentrato sulla malattia, che  rimane sempre ai margini, come nubi cariche di pioggia ma ancora lontane, con la speranza ancora nel sole come nella guarigione.
Quello che invece è evidente è la nascita di un sentimento, all'inizio flebile come una piccola fiammella poi via via più forte come un incendio, di quelli che senza rendersene conto di fanno cambiare, abbattendo quel muro di solitudine  che a volte ci si costruisce intorno, lasciando il mondo fuori.
Un sentimento sempre al limite, in bilico sul confine tra l'amicizia e l'amore, per il quale tutto passa in secondo piano, a volte anche il proprio futuro.
Ma poi all'improvviso come un temporale estivo, la malattia diventa più reale e purtroppo definitiva e tu spettatore ti senti tradito perchè ci credevi, perchè eri sicuro che tutto sarebbe andato per il meglio, come anche il protagonista che nega la realtà e si allontana per non accettarla.
Ma amare significa anche saper lasciare andare approvando quelle scelte che sembrano insensate, mettendo da parte il proprio dolore considerando solo chi ci è vicino e Greg torna sui suoi passi e noi con lui.
E sebbene la ferita per la perdita è inguaribile, quello che quella persona ti ha lasciato nel cuore vale ogni minuto della tua sofferenza, se non di più.
Le mie conclusioni? Un film da vedere per la disarmante semplicità con cui è stato trattato un argomento così importante ma soprattutto per come lo scrittore ha reso realistici le emozioni, i comportamenti e gli stati d'animo di questi adolescenti di fronte ad una realtà così spaventosa.


Voto: 4 stelline e 1/2

4 commenti:

  1. Amo il Sundance e queste atmosfere, ma purtroppo il film - visto prima di leggere il libro - non mi aveva convinto, perché troppo freddo e studiato. Furbetto, in qualche modo. Colpa, forse, delle troppe cose lette in merito, e dei troppi premi all'estero. Conto, comunque, di rivederlo. :)

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  2. Ti dirò che forse io ho apprezzato proprio il distacco, certo un modo diverso di raccontare una storia con un tema del genere. Magari la seconda volta migliorerà il tuo giudizio ;)

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  3. Mi dispiace per la tua emicrania, spero passi del tutto e per sempre.
    Il film sembra carino, ma non penso che lo guarderò. Certi film mi fanno star male

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    1. Magari! Ma considerando che mi accompagna da tutta la vita la vedo difficile... Hai ragione anch'io cerco di evitarli in genere.

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