Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

sabato 19 dicembre 2015

Memento Mori...

In questi ultimi giorni ho conosciuto tanti altri blogger grazie all'iniziativa Sotto l'albero 2.0 ed è stato splendido, confrontarsi, leggere opinioni differenti, persone diverse, ma tutte con la stessa passione per la lettura, quindi credo che la cosa principale di questa iniziativa sia stata - al di là dei piccoli desideri esauditi - il poter stringere nuove amicizie, anche se virtuali.
Ed è grazie a questo che è nata una collaborazione, è stato semplice, è bastato a ognuno guardare il lavoro dell'altro per ritrovare qualcosa di se. E questo ci ha spinto a provare a mettere insieme ciò che ci appassiona: la mia arte con il racconto scritto da Giuseppe Romeo del blog Le mie parole.
Anche se in genere tengo separati il mio lavoro come illustratore da questo angolino dedicato ai libri, ho pensato che era giusto che avesse un posto qui.
Ed ora senza ulteriori indugi:

"Memento Mori"

Autore: Giuseppe Romeo (Le mie parole)
Illustratore: Debby (Debby's Illustrations)


Quel giorno ero rilassato e felice, tranquillo come poche volte in vita mia. Stavo lavorando nel mio giardino, prendendomi cura delle mie care rose. Alzai lo sguardo dopo aver reciso una rosa, a quel punto la vidi. Un figura nera, ricoperta interamente con un mantello d'ombra. 
Era pieno giorno, ma quello strano tessuto assorbiva la luce del sole, creando uno strano effetto. 
Come se quella creatura si trovasse in una oscura notte.
Alzò il dito indicando me.  Vidi solo una piccola punta bianca che spuntava dal mantello della notte.
Ebbi  paura, come mai in vita mia!
Da quel giorno la mia vita era finita. Restai sempre chiuso in casa, per la paura. Di notte non riuscivo a dormire, e se stavo sveglio la sola cosa che sentivo era il terrore più profondo.
Le mie rose appassivano, per la mancanza delle mie cure. Sentivo la loro sofferenza, ma mentre le guardavo dalla mia finestra, i miei occhi non facevano altro che cercare quella figura. Vederla era spaventoso, ma non vederla era peggio. Perché sapevo che era lì, in attesa.
Mi trasferii in soffitta, per avere una miglior visuale del mio giardino. Dalla mia piccola finestra osservavo tutto il giardino.
Un giorno presi coraggio e andai in biblioteca. Volevo sapere di più su quella figura.
Presi alcuni volumi, e mi misi a leggere. Riuscii a trovare alcune notizie, più per mia fortuna che per abilità nel cercare. Persi la cognizione del tempo durante questa mia ricerca. Si fece notte, e quando me ne accorsi sentii una fitta allo stomaco.
Presi i libri in prestito e corsi a casa, sentivo che era quello il mio posto. Come una falena attirata dalla fiamma, io ero attirato dalla mia soffitta, il mio luogo sicuro pensavo. Fino a quando...
Entrai di corsa, senza accendere la luce poggiai il grosso libro che avevo in mano sul tavolo. Fu lì che mi accorsi che non ero solo, non ne ero certo però.
Un incertezza che durò solo pochi secondi, la figura nera era lì, con in mano un teschio, sul quale c'era una lunga candela che si accese di colpo.
Ancora una volta, il suo manto di oscurità assorbì ogni raggio di luce che proveniva dalla piccola fiamma.
Ma la candela illuminò tutta la stanza.
Paralizzato dal terrore non mi mossi, aspettando che fosse lei a fare una mossa.
Posò il teschio sul mio libro. Dopo di che tirò fuori una clessidra.  La rigirò e la posò sul tavolo.
Guardai la sabbia scorrere lentamente, un sottile filo di granelli dorati, che cadevano senza fermarsi.
Era il mio tempo.
Non mi restava poi tanto.
Alzai gli occhi alla ricerca di quella figura, ma non c'era più, ero solo.
A quel punto non senti più niente dentro di me, ne paura ne disperazione.
Mi diressi fuori, verso il mio giardino. Le rose erano quasi tutte appassite, solo una era ancora semi chiusa, in attesa di sbocciare. La presi, staccandola con le mani.
La portai con me di sopra. E mi sedetti al tavolo con la rosa in mano. La mia ultima notte di vita la trascorsi così. Contemplando alla flebile luce della candela, quella rosa. Mentre da fuori una falena tentava di entrare per avvicinarsi alla fiamma. Ma più il tempo passava, più la fiamma perdeva la sua luce. Così come la mia vita. Fino a quando non giunse la fine, e l'ultimo granello cadde.


SPERO VI PIACCIANO ENTRAMBI...



6 commenti:

  1. Wow. Questo racconto di Giuseppe basato sulla macabra ma bellissima illustrazione di Deb é qualcosa di fantastico! Se leggendo le storie narrate da Giuseppe le ho trovate molto vivide, mischiato con il talento di Deb é ancor più visivo e permette al lettore di collegare i vari spunti menzionati nella vicenda. Voi due, dovreste collaborare più spesso per questo genere di cose :D Complimenti a entrambi!

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    1. Grazie infinite per le tue sincere parole :) E speriamo sia la prima di una lunga serie...

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  2. Prima collaborazione, mi sembra sia uscita bene no?
    Spero di migliorare allora, e tenere il passo.
    Ho pubblicato anche io, spero di far conoscere ancora di più la tua arte.

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    1. Credo proprio di si! :) Spero di riuscire a stare io al tuo passo! Grazie...

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  3. Come ho già detto nell'altro blog è stata una bellissima idea e complimenti anche per il disegno ^-^

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