Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

venerdì 21 dicembre 2012

Anteprima: "LE AFFINITA' ALCHEMICHE"

Dopo aver letto la quarta di copertina di questo titolo, che uscira' nelle nostre librerie il 15 gennaio prossimo, per la casa editrice Mondadori, la mia mente e' tornata indietro per un attimo a circa un anno fa, quando per caso ho scorto in libreria un libro con una copertina quasi anonima ma che in qualche modo mi attirava, l'ho acquistato cosi' per istinto senza pensarci sopra e dopo tutto questo tempo, ancora quando ripenso a quella lettura, il mio cuore perde un colpo, una miriade di sentimenti tornano a galla con la forza di una tempesta, una lettura forte che coinvolge , che fa riflettere e che ti porta a vedere le cose in un'altra prospettiva, sto parlando di "Proibito" di Tabitha Suzuma. 
Quindi e' inevitabile che mi chieda se questo romanzo sapra' regalarmi tanto e se in qualche modo, visto il tema che li accomuna, se sara' all'altezza delle mie aspettative, ovviamente non posso fare altro che aspettare e sperare, comunque sara' certamente tra le miei prime letture del nuovo anno.

di 
Gaia Coltorti
Editore: Mondadori
Pubblicazione: 15 gennaio 2013
300 pag.
Prezzo: 15,00 euro

Sono giovani, belli e perdutamente innamorati. 
Gli amori impossibili non finiscono mai

CONTENUTO:

Le affinità alchemiche racconta l'amore più intenso e devastante che possa nascere tra un uomo e una donna: quello tra due fratelli. Figli gemelli di una coppia irrequieta, dopo la precoce separazione dei genitori Selvaggia e Giovanni vivono separati per lunghi anni, fino a che il ritorno a Verona della madre e della figlia non ricongiunge la famiglia, e i due fratelli ormai nella piena adolescenza. Quando rincontra la sorella, Giovanni ha un tuffo al cuore: Selvaggia è bellissima, è piena di fascino, è capricciosa e provocante fino allo sfinimento. L'estate è appena cominciata, prima della ripresa scolastica Selvaggia sarà sola, in città non conosce nessuno: solo il fratello, che lei ribattezza subito Johnny, può farle conoscere la città e tenerle compagnia. Prestissimo tra i due ragazzi si sprigionano un'elettricità, una tensione, un calore che hanno un solo nome, sconvolgente: desiderio. Una relazione impossibile e struggente, un magnetismo ineluttabile come l'avvicendarsi della notte con il giorno.


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L'AUTRICE:

Coltorti GaiaColtorti Gaia diplomata in Ragioneria, la giovanissima jesina sta frequentando un corso di Lingue straniere a Roma e scrive da quando aveva 13 anni. Il suo romanzo ha vinto ex aequo con Andrea Sgariglia il concorso letterario , riservato agli 'under 40' delle Marche, promosso dalla Biblioteca Planettiana di Jesi, con il contributo della Regione Marche e del Ministero della Gioventù.

4 commenti:

  1. L'ennesimo romanzetto adolescenziale semplicemente patetico, pubblicizzato con tanto di tromboni e nacchere. La Mondadori ha abilmente sfruttato la storia mediocre ma commerciale (perché scandalosa e maliziosa) di una adolescente, per vendere ancora una volta una manciata di libri allo scopo di assecondare la malizia e il guardonismo tipici del pubblico giovane di oggi. Se 50 anni fa storie di tal calibro sarebbero state relegate ai fotoromanzi, oggi ahimè certi temi sono arrivati in libreria. Se desiderate leggere qualcosa di patetico, a momenti parodistico, che sembra quasi avere la sfrontatezza di avvicinarsi ad un classico intoccabile quale Romeo e Giulietta, questo è uno di quei romanzi irritanti fortunatamente rari. Altro che stile, altro che originalità, una storiella evidente frutto di elucubrazioni di pruriti adolescenziali repressi, agghindata con tono letterario e rimaneggiata dagli abili dottori del marketing letterario di Mondadaori.

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    1. Suppongo che non ti sia piaciuto...che posso dire...l'ho acquistato ieri, dopo averlo letto ti faro' sapere cosa ne penso...

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  2. Supponi bene, non solo non mi è piaciuto ma l'ho trovato davvero tedioso ed irritante sotto tutti i punti di vista. Veramente uno dei peggiori libri che io abbia mai letto!

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  3. Ho conosciuto Gaia Coltorti nel corso di un progetto legato alle scritture giovanili che si è svolto – per quarantotto mesi, all’incirca lo stesso tempo d’una laurea! – nella regione da cui scrivo, le Marche. Trecento testi, duecentosettanta racconti e una trentina di romanzi per, grosso modo, centocinquanta partecipanti, tutti rigorosamente “under 40”. In “finale”, diciamo così, siamo arrivati in tredici, due autori di romanzi – Gaia e un giovanotto che si chiama Andrea Sgariglia – e undici autori di racconti. Fra i quali, ma qui non ci interessa, la sottoscritta.
    Il progetto si chiamava “Pagine Nuove”, e oltre a una sorta di convegno finale di tre giorni prevedeva una certa quantità di ore riservate all’approfondimento di determinate tecniche narrative: è stato in quell’occasione che ho conosciuto Gaia, che ancora non si era trasferita a Roma e viveva a Jesi, ossia nella mia stessa provincia (Ancona).
    Questa premessa è indispensabile per far comprendere in che senso il cocciutissimo Anonimo, prenda un cocciutissimo abbaglio, quando attribuisce al marketing di Mondadori delle responsabilità che alla fine non esistono, avendo la casa di Segrate scelto di pubblicare il libro diversi mesi dopo la fase finale del progetto “Pagine Nuove” e, dunque, a “bocce” del tutto “ferme”: la grande industria editoriale, a questo livello, non c’entra nulla. C’entrano, viceversa, i giurati realmente autorevoli che nel gennaio 2012 anno proclamato “Le affinità alchemiche” vincitore del progetto: Angelo Guglielmi, Filippo La Porta, Renato Barilli, Andrea Demarchi e altri ancora.
    Dunque l’amico Anonimo – altrove, in rete, “Gianni”, “Gianni980”, alias “Gianni80”, alias “Gianni alias” – muove sistematicamente da premesse indotte dai suoi preconcetti al plutonio e posta dappertutto (ovunque!) queste sue righe autorefernziali al massimo e ordite come ne riferisse un ventriloquo non sereno.
    Comunque, solo una testa di quarzo realmente enorme, s’ostinerebbe a tal punto.
    Viceversa, nel caso che qui sottopongo, si tratta di una recensione favorevole a “Le affinità”, ma questo non deve farci ombra né distrarci, allorché prestiamo orecchio all’adatta varietà (e qualità) dei registri argomentativi e interpretativi attraverso cui il libro viene interrogato da Angelo Guglielmi – proprio lui, il mitico direttore che ha trasformato la cenerentola Rai3 in una rete innovativa! – in vista d’una valutazione critica:

    “Lo incontrai per la prima volta, [questo testo], in un premio letterario – “Pagine Nuove” N.d.R – di cui ero in giuria. Non esitai a considerarlo, dei tantissimi arrivati, l’unico degno di considerazione. Quasi di meraviglia. Scopro che l’autrice ha solo diciannove anni, e non posso non rimanere ammirato; non tanto per la sgradevolezza del tema trattato (e il coraggio di affrontarlo), ma per la sua (di un’autrice ancora quasi adolescente) capacità di raccontare una storia così ardua in modo semplice (senza ricorso ad astuzie stilistiche), non compromettendone la credibilità.
    “La ricerca della verosimiglianza, che nel passato era l’obiettivo di un narratore, oggi (con la crisi delle filosofie del vero – anche se Maurizio Ferraris è di parere contrario), è una scelta impraticabile e fallimentare (se non per la narrativa commerciale). Ma ‘Le affinità alchemiche’ della Coltorti è tutt’altro che un romanzo di consumo (…) e piuttosto si presenta come un puzzle psicologico insolvibile, di cui lei (la Coltorti), misteriosamente indovina lo scioglimento. Non so se tanta facilità di penna è legata alla stato di grazia dell’esordiente (che non ha bisogno di conoscere per sapere), o a più radicate motivazioni che (se esistono), scopriremo con il secondo romanzo”.

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