Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

mercoledì 28 settembre 2011

In Libreria: "FEBBRE"

di
Giulio Minghini
Editore: Piemme
Pubblicazione: 2011
Titolo Originale: "Fake"
128 pag.
Prezzo: 10,00 euro


“Brillante come l’Houellebecq dei primi tempi”

- Le Figaro -

“Questo romanzo, che non potrebbe che essere un’osservazione sociologica tratta da un’esperienza personale, si rivela un testo letterario bello e velenoso
- Le Nouvel Observateur -

“La storia personale di un uomo che si sviluppa come una bobina divisa da incontri, tutti senza un domani.”
- France Culture -


Un accrocco di solitudini. La possibilità potenzialmente infinita di vite ogni volta diverse. Ma senza un domani e con nomi fittizi. Un moltiplicarsi d’identità costruite e confuse. Fino a perdersi. “La bellezza insensata della ripetizione”, scrive Giulio Minghini, che Le Figaro e Le Nouvel Observateur paragonano a Michel Houellebecq. La ripetizione di quelle apparizioni, di quelle conoscenze di superficie, di quegli incontri di sesso furtivi e già morenti che Febbre, il suo primo romanzo, descrive, indaga, porta alla luce da là dove una luce vera non c’è. Tutt’al più è quella bluastra e aliena del monitor di un computer, perché il mondo in cui Minghini ci trascina è quello degli incontri virtuali nella stagione fragile del web 2.0. Attraverso strumenti come il popolare Meetic, “piccolo padre degenere della rivoluzione amorosa”, e tanti altri. In particolare, nel romanzo, il sito in questione è Pointscommuns, perché va per affinità culturali e l’unica richiesta non espressa è quella di essere “vagamente di sinistra”. Certamente il più adatto al suo protagonista, nome fake Delacero, un traduttore italiano trapiantato a Parigi, intellettuale con il rifiuto dell’abbrutita madrepatria - “un paese da chiudere o da vendere”, dice - certamente molto simile al suo creatore, il quale, intervistato dall’italico Giornale sulle dichiarate eco autobiografiche del romanzo risponde: “Stavo cercando delle avventure, ne ho trovate parecchie”.
Giulio Minghini è infatti un italiano, ma questo suo primo romanzo, che tanto ha suscitato la curiosità della critica e della stampa in Francia ed è stato finalista al Prix de Flore, Minghini l’ha scritto in francese pubblicandolo con una piccola casa editrice parigina del 4° arrondissement, Editions Allia.

Come il suo protagonista, Minghini è un traduttore (di Simenon e Crevel fra gli altri, oltre che lettore) di stanza a Parigi ormai da molti anni, profondo conoscitore degli ambienti culturali a cavallo della Senna, dove, come con un certo piglio ironico fa dire al suo personaggio “tutti sono artisti o intellettuali”. E in effetti l’ironia nell’osservazione dei bobò (che sta per bourgeois bohémien) internettiani, tutti pieni di citazioni colte e di inestirpabili solitudini, la capacità sottile di leggere sociologicamente un fenomeno oscuro e poco battuto dalla letteratura contemporanea attraverso un romanzo agile e di squisita qualità scrittorea, sono le caratteristiche che hanno fatto di Febbre un esordio appetibile per molta della stampa che conta, magazine e blog di tendenza. Le Figaro, Le Nouvel Observateur, Libération, France Culture, Le Magazine Littéraire, GQ Magazine, Radio France, Arte, Mediapart, BuzzLitteraire: buona parte della Francia – mentre il caso letterario ha già valicato le Alpi e molti in Italia ne hanno parlato ben prima della sua pubblicazione, fra cui, oltre al Giornale, D di Repubblica, Booksblog e il web magazine Finzioni -, è stata affascinata da questo italiano capace di fare di un breve romanzo “il dipinto terribile ma ipnotico delle miserie sessuali nell’era di Internet. È appannaggio dei bravi scrittori: trasformare il fango in oro”, scrive il francese Arte.


È certo più facile moltiplicare il miraggio della scoperta, molto più semplice sfruttare la fonte inesauribile delle possibilità, piuttosto che provare a penetrare lo sguardo di un solo essere amato, infinitamente prossimo e al tempo stesso lontano. Una parte di noi che ci completerebbe, trasformandoci.


CONTENUTO:

Italiano, traduttore, esiliato da tempo a Parigi per evadere da un paese che non offre più niente, il giovane protagonista di Febbre, dopo una delusione d’amore, inizia a frequentare un sito di incontri su internet. Secondo l’amica che glielo segnala, il sito è diverso dagli altri, basato su affinità culturali e su gusti condivisi. Ma quello che a lui interessa non è tanto la scoperta di affinità elettive, quanto la possibilità di trasformare gli incontri virtuali in appuntamenti sessuali, a cui si dedica con un’intensità che rasenta l’ossessione.

Accumula le ragazze come biglietti del cinema, una dopo l’altra, fino a non ricordarne neanche i volti. L’esilità delle frequentazioni tuttavia non lo soddisfa; come in una spirale distruttiva la coazione a ripetere, che diventa sempre più compulsiva, lo spinge verso una più disperata stagione all’inferno. Decide di iscriversi ad altri siti, più trasgressivi. Conosce nuove donne.
E quando la sua fidanzata si rifà viva, lui non la vuole più. Finché il turbine degli incontri diventa moltiplicazione della personalità: non gli basta più essere se stesso, si crea degli alter ego che, come in un gioco di specchi, ripetono all’infinito le sue pulsioni.
Scritto in un linguaggio svelto ed efficace, Febbre è una parabola moderna e provocatoria delle possibilità del mondo virtuale e del suo essere schermo dietro cui si nascondono molte solitudini.

L'AUTORE:

Giulio Minghini
Nato in Italia, si è trasferito giovanissimo a Parigi. Lettore e traduttore dal francese e dallo spagnolo, collabora con diverse case editrici, tra cui Adelphi, che gli ha affidato autori del calibro di Georges Simenon. Febbre è il suo primo romanzo.







L’autore legge alcuni estratti dall’originale francese per Libération






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