Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

giovedì 11 agosto 2011

Anteprima: "IL DEMOME A BESLAN"


di
Andrea Tarabbia
Editore: Mondadori
Pubblicazione: 23 agosto 2011
300 pag.
Prezzo: 18,50 euro
Genere: Narrativa Italiana


NESSUNO PUO' ESSERE RESTITUITO.
NESSUNO PUO' ESSERE DIMENTICATO.
NESSUNO PUO' ESSERE ACCUSATO.
COME CONTINUARE A VIVERE?
(Anna Politkovskaja)

Il viaggio al termine della notte di un bambino ceceno orfano, perseguitato,
oppresso. Il male che nasce dal male... Un fatto di cronaca che ha
sconvolto il mondo e che pesa ancora come una domanda senza risposta.


TRAMA:

Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà. È l’uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre, è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. Marat è l’unico del gruppo di attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e ora in un carcere isolato e gelido di Mosca narra la sua confessione. È pronto a prendersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un’urgenza più forte: raccontare la sua storia, che è una storia di sangue e vendetta, di un’amicizia che resiste a tutti gli orrori. Prendendo la voce di Marat, con una delicatezza e una profondità che lascia senza fiato, Andrea Tarabbia racconta, con una scrittura matura e innovativa, il viaggio dentro il male nella sua forma più umana e disperata, confrontandosi con il dramma di quello che fu l’11 settembre europeo, con una forza che non si dimentica.

L'AUTORE:

Andrea Tarabbia (Saronno, 1978), russista di formazione, è ricercatore presso l’università di Bergamo. Con la Fondazione Mondadori ha curato la mostra e il catalogo “Copy in Italy. Autori italiani nel mondo dal 1945 a oggi” (Fondazione Mondadori/Effigie 2009). È curatore di La lotta per nascere. Nove tesi su Antonio Moresco (Effigie 2010). Scrive sulla rivista “Il primo amore”. Suoi articoli sono comparsi anche su “Liberazione”, “Gli altri”, “Nazione indiana”. Nel 2010 ha pubblicato per Transeuropa La calligrafia come arte della guerra.




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