Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

sabato 13 agosto 2011

Recensione: "ValeANA"

di
Martita Fardin
Editore: Elliot Edizioni
(Collana Heroes)
pp. 117
Prezzo: 12,50 euro
Pubblicazione: Marzo 2009

Uno spaccato impietoso dell’alta borghesia lombarda che rotola lentamente nel baratro della decadenza economica e morale. Un lessico familiare marcio, che nasconde segreti come in un gioco di bambole russe.

CONTENUTO:

Valentina, detta Vale, ha diciott’anni e vive in una villa vista lago con sua madre, suo padre e una filippina. Figlia della borghesia comasca, ha in apparenza tutto: ottimi voti a scuola, bellezza, benessere, un blog di successo frequentato da migliaia di ragazze, ma c’è qualcosa che non va. Il dolore vero, la gioia vera, sembrano scivolarle addosso come acqua dal rubinetto. Così come il cibo, il poco cibo che manda giù, le casca dall’esofago alla tazza del water senza trattenersi un attimo. In poco tempo il suo corpo diventa scarnificato, uno scheletro ricoperto da pochi millimetri di pelle, simile a quello di Cristo, a cui lei vuole assomigliare. Suo padre, un imprenditore tessile perso nei suoi viaggi di lavoro e di droga, sua madre, con il brillantino al naso e il suo umore altalenante, e anche uno psico-nutrizionista cercano di aiutarla, ma Vale schiva tutto e tutti e s’incammina sul martirio dell’autodistruzione lenta e feroce. Neppure la sua nuova amica Marika e l’amore per un ragazzo austriaco affetto da un tumore al seno, Markus, forse riusciranno a salvarla. Favola moderna, storia cruda che palpita di sincerità in ogni dettaglio e in ogni parola, un libro potente e bruciante nella sua descrizione di un interno di famiglia, l’esordio letterario di una promettente scrittrice comasca.

L'AUTRICE:


Martita Fardin È nata a Como, dove vive. Ha collaborato per vari anni con riviste cartacee e un portale internet. Questo è il suo primo libro.

RECENSIONE:


Dopo aver letto l'ultima pagina ho chiuso il libro, l'ho riaperto e ricominciato da capo non perche' non lo avessi capito anzi...tutt'altro...
Mi aveva trasmesso talmente tante emozioni che ne avevo bisogno ancora.

Questa scrittrice al suo primo romanzo d'esordio, conosciuta soprattutto per il suo blog, ha saputo raccontare una storia, anzi una realta' in maniera sorprendente, con il suo linguaggio forte, crudo, diretto e contemporaneo,  narrato in prima persona ti fa "vivere" il suo romanzo.

La protagonista Valentina, una ragazza appena diciottenne, frequenta una buona scuola, vive nel lusso, partecipa a feste vip, indossa vestiti firmati, risiede in  una casa lussuosa sul lago di Como ed ha due genitori che le concedono tutto; all'apparenza la "vita perfetta" eppure dietro la superficie patinata si nasconde una profonda sofferenza che ha radici nel passato.

La totale mancanza di un rapporto con i propri genitori, sempre troppo presi da se stessi, sin da quando era bambina  ed i problemi di depressione che hanno accompagnato la vita dei nonni prima e della madre poi, hanno portato Valentina a rinchiudersi in una cupa solitudine dove si sono radicate fuorvianti convinzioni.

Il simbolo della Perfezione  e'  il "Gesu' Crocefisso", scarno e glabro l'immagine rappresenta l'uomo solo, la personificazione del dolore; ed e' questo che cerca ad ogni costo di raggiungere, come se autodistruggere il proprio corpo fino alla quasi assenza di esso, fosse l'unica soluzione.

Anche quando incontra un ragazzo malato di cancro - quindi capace di capire la sua sofferenza - che vorrebbe nutrirla con il suo amore, lei non si sente degna e la frase che aleggia fra le righe  "Quod me nutrit me destruit" l'accompagna sempre;  perche' l'amore e il dolore sono un tutt'uno ed e' da questo che nasce il suo conflitto con il cibo.

Il finale aperto lascia il lettore ad una libera interpretazione consapevole solo che il cerchio si e' chiuso perche' la fine e' avvenuta dove tutto ha avuto inizio: nel "lago".

Assolutamente da leggere!!!


Voto: 5 stelline

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