Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare

mercoledì 22 gennaio 2014

Per non dimenticare...


Il 27 gennaio 2014 in onore della "Giornata della Memoria", la scrittrice Monika Held presentera' il suo romanzo "La notte più buia" al Goethe-Institut Mailand.

"La notte buia" e' un romanzo dalla trama coinvolgente e dalla scrittura impeccabile, Monika Held fa tesoro delle testimonianze raccolte in prima persona dai sopravvissuti dei campi di sterminio e «riesce a mostrare un lato inedito della Shoah» (Kölner Stadt-Anzeiger). Il risultato è una storia d’amore universale, cruda e commovente assieme; un viaggio liberatorio che è tale proprio perché non volta le spalle alla memoria.

EVENTO:

Goethe-Institut Mailand, Biblioteca - 27 gennaio ore 18.30 - Via San Paolo 10, Milano 
Ingresso libero
Tel.: +39 02 77691733

La notte più buia
di
Monika Held
Editore: Neri Pozza
Pubblicazione: novembre 2013
288 pag.
Prezzo: 16,50


CONTENUTO:

È il 5 giugno 1964, un torrido venerdì d’estate, quando Lena incontra per la prima volta Heiner Rosseck all’interno del tribunale di Francoforte. Terminate le ultime traduzioni e lasciato il suo angusto ufficio senza finestre, sta per guadagnare l’uscita, con il pensiero rivolto già a come svagarsi con una nuotata all’aperto, un film al cinema o magari un bicchiere di vino, quando lo vede: un uomo alto e smagrito sul punto di scivolare a terra lungo una parete. Il tempo di sorreggerlo e di chiedergli «Sta bene?» che apprende la sua drammatica storia.
Heiner Rosseck da Vienna, giunto nelle fredde aule del tribunale di Francoforte per testimoniare al processo contro i crimini nazisti di Auschwitz in cui è stato prigioniero. Rosseck, il sopravvissuto, appena sottoposto a un estenuante interrogatorio sul ruolo, le responsabilità e le azioni di due imputati, Kehr e Kaduk, i peggiori aguzzini del campo di prigionia.
«Dove è successo, signor Rosseck? In quale giorno? Da che distanza ha assistito all’esecuzione? Ricorda se pioveva? Se c’era la neve?» Riandare a quei terribili giorni significa, per Heiner, riaprire ferite atroci e mai rimarginate. Ma il problema non è questo. Il problema è rispondere con precisione, con lucidità, senza tradire la memoria, senza contraddirsi.
Come può, tuttavia, restituire con freddezza la notte buia che ha vissuto? E riportare alla parola lo sterminato orrore che ha visto? Come può, infine, farsi capire se lui parla una lingua diversa dagli altri, una lingua in cui «rampa» non è un innocuo, semplice oggetto di metallo, ma lo scivolo su cui i corpi vengono trasportati verso i forni crematori, in cui «camino» è la bocca dell’inferno, e in cui la parola «selezionato» indica che è il momento di dire addio al compagno di branda?
Quando, al cinquantesimo giorno di interrogatori, Heiner cede alle lacrime, il processo viene sospeso. L’uomo vorrebbe tornare a Vienna, lontano da chi lo accusa di essere prigioniero del passato, ma Lena ha intravisto in lui qualcosa di speciale, e non vuole abbandonarlo.
Inizia così una struggente «educazione sentimentale» che li avvicina sempre più, fino a riportarli in Polonia, nei luoghi in cui l’orrore ha avuto inizio, e dove Lena capirà che sta a lei scacciare le ombre che gravitano su Heiner e ricordargli che l’esistenza concede sempre una possibilità per ricominciare daccapo.

L'AUTRICE:

Monika Held
Monika Held (1943) è nata e cresciuta ad Amburgo. Per molti anni è stata corrispondente per il magazine Brigitte, scrivendo su Italia, Albania, Bhutan, Paraguay, Guatemala e Mongolia. Ha ottenuto numerosi premi per i suoi articoli e per il suo impegno politico, tra cui il German Social Prize, l’Elisabeth-Selbert-Preis, il Reporting Prize e la Polish Medal. Attualmente vive in Germania, a Francoforte sul Meno.


2 commenti:

  1. Her@
    MAI dimenticare atrocità fatte dall'uomo contro se stesso.
    MAi dimenticare chi combatté per liberare la patria
    MAI dimenticare chi fece soffrire l'umanità e non ebbe pietà perché aveva degli ideali deviati (e malati)
    MAI perdonare chi per convenienza, codardia o interessi condivideva certi "ideali" e ne era la mano armata.
    Nessuno di loro ha mai chiesto scusa, e neppure il generale, morto di recente, ha mai avuto un attimo di ripensamento per tutto ciò che ha combinato.
    TUTTO si deve ricordare.

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  2. Assolutamente...non potrei essere piu' d'accordo.

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