Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni... W. Shakespeare
Visualizzazione post con etichetta Edith Bruck. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Edith Bruck. Mostra tutti i post

mercoledì 15 gennaio 2014

Libri & Film: "QUANTA STELLA C'E' NEL CIELO"

Domani in contemporanea l'uscita in libreria e nelle sale cinematografiche del romanzo "Quanta stella c'e' nel cielo" di Edith Bruck, la storia del ritorno alla vita di una sopravvissuta ai campi di concentramento.
Edith Bruck offre in queste pagine la storia palpitante di un'epoca cruciale del dopoguerra, quando tutto era in fermento tra mille difficoltà.
Un'altissima meditazione sulla speranza, sulla straordinaria forza e fragilità di chi va verso una rinascita.
E la grande capacità della Bruck è il risvegliare violente emozioni nel lettore.

IL LIBRO:

di
Edith Bruck
Editore: Garzanti
Pubblicazione: 16 gennaio 2014
 208 pag.
Prezzo: 9.90 euro

Il dopoguerra negli occhi di una sopravvissuta:

Quanta goccia c'è nell'oceano?
Quanta stella c'è nel cielo?
Quanto capello sulla testa dell'uomo?
E quanto male nel cuore?
Sándor Petöfi

CONTENUTO:

«Quanta stella c'è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata amara del giovane Petöfi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi laceranti.

Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l'anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio.
Ma tutto questo a Eli non interessa: lo attira solo il corpo di quella ragazza e già sul treno, affollato di una moltitudine randagia, inizia a insidiarla in un gioco cinico e crudele.
Quanta stella c'è nel cielo è un romanzo dai risvolti inattesi. Racconta come si possa tornare dalla morte alla vita. E come, a volte, il cammino per ritrovare la speranza possa seguire trame imprevedibili. Protagonista, intorno ad Anita, è un'umanità dolente, alla ricerca di una nuova esistenza: c'è chi vuole dimenticare e chi vuole ricordare, chi mette radici e chi si imbarca per la terra promessa, chi vuole rifiutare per sempre ogni violenza e chi invece pensa che l'unico dovere è, dopo tutto, imbracciare il fucile per non essere mai più vittima.

L'AUTRICE:

Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen… Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. 

Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un'autobiografia che ha per tappe l'infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l'omonimo film. 
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Nuda proprietà (1993), Lettera da Francoforte (2004) e ancora Privato (2010), La donna dal cappotto verde (2012) e Il sogno rapito (2014). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell'evento nero del XX secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue. Tra gli altri, è traduttrice di Attila József e Miklós Radnóti.

COMMENTI:

«Edith Bruck riesce a coniugare la necessità di ricordare con la pulsione verso la vita. La voglia di proiettarsi nel futuro con la forza del vissuto.»
Carlo Lizzani

«Le dolorose esperienze di Anita aprono questioni sui grandi temi storici, esistenziali, sui rapporti fra gli esseri umani, e sulla relazione dell'uomo con la trascendenza, cioè con un possibile Dio.» 
La giuria del premio Viareggio-Rèpaci


IL FILM:
"ANITA B."

USCITA CINEMA: 
GENERE: Drammatico
REGIA: Roberto Faenza
SCENEGGIATURA: Roberto FaenzaEdith Bruck
ATTORI: 
Eline PowellRobert SheehanAntonio CupoNico MirallegroAndrea Osvárt

TRAMA DEL FILM: 

È la storia di Anita, un'adolescente di origini ungheresi sopravvissuta ad Auschwitz, accolta dall'unica parente rimasta viva: Monika. Nella nuova casa Anita si trova ad affrontare una realtà inaspettata: nessuno, neppure l'attraente Eli, con cui scoprirà l'amore, vuole ricordare il passato. Tra gli incontri con indimenticabili personaggi e la toccante amicizia con il giovane David, Anita si trova presto a dover prendere una decisione che richiederà un grande coraggio...

«È stato Furio Colombo a suggerirmi di leggere il libro.
Un po’ mi spaventava una storia così forte.
Quando ho finito di leggerlo, ho avuto una crisi di pianto. 
Mi ha sconvolto.»
Roberto Faenza 
(Regista)

«È un vero romanzo di formazione.»
Liliana Cavani 
(Regista)
TRAILER:

martedì 24 aprile 2012

In Libreria: "LA DONNA DAL CAPPOTTO VERDE"

di
Edith Bruck
Editore: Garzanti
Pubblicazione: Febbraio 2012
128 pag.
Prezzo: 15,60 euro

La giuria dei Critici della XXVIII edizione del Premio letterario nazionale
per la donna scrittrice “Rapallo-Carige” ha attribuito a
Edith Bruck
il premio speciale alla Carriera con la seguente motivazione:
“Già vincitrice nel 1989 del Premio Rapallo-Carige con “Lettera alla madre” e autrice di numerosi romanzi e racconti sul tema dell’olocausto, inLa donna dal cappotto verde Edith Bruck torna ad affrontare questo sconvolgente argomento attraverso il filtro della memoria, sollecitata dal casuale incontro tra una deportata, allora bambina, e la sua aguzzina di Auschwitz. Opera di grande tensione emotiva, recupera dalla grande storia la lezione di una tragedia e il monito a non ricadere nella spirale della violenza collettiva”.
Il premio sarà consegnato in occasione della cerimonia conclusiva che si svolgerà a Rapallo, nel parco di Villa Tigullio, sabato 23 giugno 2012.


CONTENUTO:

È una mattina qualsiasi di un giorno qualsiasi. Lea Linder sta comprando il pane. Nel negozio la osserva una donna anziana. È avvolta in un cappotto verde. Le si avvicina e quasi urla: «Sei Lea, la piccola Lea di Auschwitz!». E fugge, scompare.
Come ha fatto quella donna a riconoscerla dopo tanti anni? Chi è? Chi era? Lea non riesce più a darsi pace. La cerca. Vuole scovare quel fantasma. Si sforza di ricordare. Se conosceva il suo nome, può essere stata un’aguzzina nel luogo dell’ignominia?
Riesce a individuarla. Incontrarla. E ancora a temerla come la bambina di allora, dibattendosi tra il perdono e la rivalsa.
Edith Bruck, straordinaria testimone della più grande tragedia del nostro tempo, affronta con fine sensibilità e sapienza narrativa due temi chiave che segnano l'esistenza di tutti noi: la memoria e la pietà. La donna dal cappotto verde li indaga facendone il motore di una storia, la storia – possibile e impossibile – di due donne che si cercano, oltre il dolore e la colpa.

ESTRATTO:

«Lea sente il proprio nome e si volta verso la direzione del richiamo ma non vede nessun conoscente sul luogo.
“Sei Lea, la piccola Lea di Auschwitz! Sì, sì...” sente ripetere, e i suoi piedi s’inchiodano al suolo.
Il suo sguardo è immobile. Ha di fronte una donna che uscendo frena i passi, quasi si scontra con la sua figura paralizzata.»


L'AUTRICE:

Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen…
Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Nuda proprietà (1993), Lettera da Francoforte (2004), Quanta stella c’è nel cielo (2009), da cui è in fase di realizzazione un film di Roberto Faenza, e ancora Privato (2010). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell’evento nero del xx secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue. Tra gli altri, è traduttrice di Attila József e Miklós Radnóti